E’ stata confermata dalla Corte di Cassazione, in terzo grado di giudizio, l’assoluzione dei quattro agenti del Commissariato di polizia di Anzio imputati nella vicenda della morte di Stefano Brunetti, di Anzio anche lui. Brunetti, lo ricordiamo, venne arrestato l’8 settembre 2008 per una rissa. Quindi venne fermato e portato in Questura dalla polizia per le indagini del caso. Secondo la versione rilasciata dai poliziotti Brunetti, rinchiuso in camera di sicurezza, si rende protagonista di atti di autolesionismo tanto da costringere gli agenti a chiamare il medico di guardia per sedarlo. Intorno alle due di notte viene quindi condotto nel carcere di Velletri. Il giorno dopo viene ricoverato in Pronto soccorso in condizioni critiche. Qui il dottor Claudio Cappello gli chiede chi lo abbia ridotto in quelle condizioni e Brunetti, poche ore prima della morte risponde: “mi hanno menato le guardie del commissariato di Anzio”. Il Pubblico ministero Luigi Paoletti a seguito della denuncia avvia un’indagine che dura due anni.
Il rinvio a giudizio dei quattro poliziotti con le accuse di omicidio preterintenzionale e falso è motivato dal magistrato con queste parole: “Gli imputati sono accusati di aver cagionato in concorso tra loro la morte di Brunetti Stefano tratto in arresto dai medesimi e trattenuto presso le camere di sicurezza del commissariato fino all’accompagnamento in carcere, con atti diretti a commettere il delitto di percosse o lesioni personali, segnatamente colpendolo più volte con un mezzo contundente naturale o non naturale (…) con l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di poteri o comunque violazioni di doveri inerenti a una pubblica funzione”.
Il consulente medico legale della procura di Velletri che effettua l’autopsia rileva che le lesioni sono state prodotte nelle 18-20 ore precedenti il decesso ovvero nell’arco di tempo della sua detenzione nella camera di sicurezza del commissariato. La morte, secondo le risultanze dell’autopsia, è stata causata da una emorragia interna provocata dalla rottura di due costole. Il processo inizia il 26 settembre 2011 presso la Corte di Assise di Frosinone dove vengono ascoltati tutti i testimoni di ambo le parti. I nomi di dei quattro poliziotti, oggi assolti in via definitiva, sono Salvatore Lupoli, Massimo Cocuzza, Daniele Bruno e Alessio Sparacino.