Nettuno – Addio a Fabio e Aurelia, con un “dolore immenso”

E’ stata una doppia cerimonia, con rito cattolico e ortodosso, quella con cui oggi i familiari, gli amici, la città di Nettuno e soprattutto il piccolo Alessandro, figlio della coppia e scampato miracolosamente al sisma, hanno detto addio a Fabio Graziani e Aurelia Dealogu. Lui di Nettuno, lei romena ma di adozione nettunese, città in cui aveva scelto di vivere quasi vent’anni fa e in cui si era ambientata facendo parte di tante realtà, anche benefiche dal volontariato con l’Arvas fino all’Associazione della Voga Veneta con cui proprio oggi avrebbe dovuto iniziare a lavorare. Una cerimonia commossa e commovente quella di oggi. A presidiare il Santuario di Nostra Signora delle Grazie la Polizia locale, in alta uniforme, che ha portato all’interno della chiesa il Gonfalone della città. Sempre i vigili hanno effettuato il picchetto d’onore all’ingresso, con il saluto militare del Comandante Antonio Arancio alle due bare, che sono passate insieme nel piazzale fino all’ingresso della Basilica. Ad accogliere i due corpi tantissimi cittadini e amici in lacrime per questa assurda tragedia. Quindi è iniziato il rito funebre cattolico, con il padre celebrante che ha ricordato quanto abbia contatto l’errore umano nel terremoto di Amatrice. “Le abitazioni non erano antisismiche – ha detto – abbiamo visto cosa è accaduto. Chi oggi è chiamato a ricostruire tenga a mente quanto è accaduto e cosa è importante fare per salvare vite umane”. In familiari di Aurelia si sono quindi sistemati ai piedi della bara della donna, piangendola.

Poi è iniziato il rito ortodosso, fatto di canti e preghiere, in parte in italiano in parte il latino e, infine in romeno. “Il dolore per la scomparsa di Fabio e Aurelia – ha detto il prete ortodosso – è immenso. Nessuno di noi è in grado di comprendere il dolore di questa famiglia, spezzata dalla tragedia, da una scomparsa repentina che non sembra avere nessuna logica. Dobbiamo essere uniti in questo dolore a questa famiglia, facendo del nostro meglio per sostenerli. Con il nostro Vescovo – ha poi aggiunto – abbiamo cercato di dare conforto, parlando con tutti, andando nelle zone del terremoto, facendo il possibile. Ora dobbiamo pregare per far si che si ritrovi la pace”. Oggi è stato il giorno del dolore per i familiari, per il piccolo Alessandro, rimasto fuori dal Santuario, incredulo di aver perso i genitori. Domani dovrà essere il giorno della ripartenza. Le famiglie di Fabio e Aurelia dovranno trovare una soluzione per il nipotino, nel rispetto delle esigenze del piccolo, al momento affidato al Sindaco di Nettuno e in custodia ad una zia, ma soprattutto nel rispetto dei sentimenti che hanno unito in vita Fabio e Aurelia, coppia solida e felice, che solo il terremoto imprevedibile e violento, ha spezzato. In prima fila, a cercare di consolare i familiari e a rappresentare le Istituzioni nel giorno del dolore, il Sindaco di Nettuno Angelo Casto e l’assessore del Comune di Anzio Laura Nolfi, con la fascia tricolore inviata dal primo cittadino Luciano Bruschini che, solo ieri, aveva detto addio durante i funerali nella chiesa dei Santi Pio e Antonio, ad Alba Tontini, vittima del sisma e residente ad Anzio. Anche oggi le attività commerciali che si trovano fuori dal Santuario, hanno abbassato le serrande per rispetto al dramma del terremoto, che ha fatto quasi 300 vittime e distrutto tante famiglie provenienti da tutto il Lazio. Solo la scorsa settimana Nettuno ha detto addio alla famiglia Tulli. Papà Ezio, i figli Lorenzo e Ludovica, i nonni Rocco e Maria Teresa. Ferite difficilissime da dimenticare. Per tutte le vittime del terremoto l’amministrazione comunale di Nettuno ha individuato dei loculi messi a disposizione gratuitamente per dimostrare in maniera tangibile la solidarietà del Comune alle famiglie colpite da un così grave lutto.