Tra le prime squadre della Croce rossa italiana, ad arrivare sul luogo del sisma, la mattina dello scorso 24 agosto, quella di Anzio e Nettuno. La terra ha tremato nella notte, alle 4 circa, con una violenza inaudita. I primi a rendersi conto di quanto era accaduto, gli operatori locali, che hanno avviato i soccorsi immediati. Alle 6,30 sono state inviate le prime comunicazioni ufficiali ai distaccamenti più vicini, tra cui quello del Litorale. I volontari della Cri del litorale, in brevissimo, si sono preparate per correre in soccorso della popolazione colpita dal terremoto. E’ stato svuotato il magazzino degli aiuti tra cui cibo e medicinali, ben prima che i cittadini si mobilitassero per la raccolta di beni di prima necessità, e alle 8 la squadra è partita alla volta di Roma.
Alle 10,30 tutti erano pronti ad iniziare il viaggio dalla Capitale fino alle cittadine colpite dal sisma. A partire gli esperti di Servizio psicosociale, la squadra di Soccorso e gli operatori di censimento. I primi hanno avuto il compito, drammatico, di sostenere le persone che hanno perso un parente, di accompagnarle presso la camera mortuaria per il riconoscimento dei propri cari, di essere presenti per dare conforto a chi è rimasto sotto choc per l’evento catastrofico che ha travolto un’intera comunità ferita nel corpo e nell’anima. La Squadra di soccorso, invece, ha affiancato i Vigili del fuoco e le squadre tecniche di Protezione civile che hanno scavato tra le macerie, per salvare quante più persone possibile. Hanno portato le barelle, i medicinali, tratto in salvo i feriti (oltre 130 le persone tirate fuori dai calcinacci).
Infine, gli operatori di censimento sono coloro che, una volta sul posto, alla luce dei cittadini presenti e dei loro specifici problemi di salute, tracciano nel dettaglio le quantità di farmaci necessari a curare tutti (pasticche per la pressione, antibiotici, farmaci per il cuore, persone che usano farmaci salvavita e ogni possibile esigenza sul campo) nel migliore dei modi possibile. A Coordinare la squadra di Anzio e Nettuno, dalla sala operativa, il Presidente Mario Tontini. “Abbiamo fatto supporto – ha detto – portando acqua, medicinali e viveri, ad oltre 110 persone che sono state assistite tra tende e conventi in cui siamo riusciti a farli riparare. Abbiamo prestato servizio per 30 ore consecutive, senza neanche dormire, poi siamo stati sostituiti da nuove squadre e nei prossimi giorni torneremo a dare il cambio”. Nel frattempo i Vigili del fuoco hanno chiuso gli accessi ad Amatrice e ad Accumuli, perché non ci sono le condizioni di sicurezza per far girare le squadre di soccorso e perché le scosse continuano creando danni e situazioni di ulteriore pericolo.
“I soccorsi sono stati efficaci e immediati – dice ancora il Presidente Tontini, che nel sisma ha perso la zia Alba, rimasta sotto le macerie dell’Hotel Roma, mentre il resto della famiglia è fortunatamente scampato alla tragedia – la risposta all’emergenza è stata davvero veloce. Noi siamo arrivati subito, insieme alle squadre di Fondi e Latina, perché siamo vicinissimi. Ci siamo fermati al Campo base di Rieti e da li ci muovevamo per rispondere ai problemi”. Il centro di Amatrice è letteralmente scomparso, distruzione e morte erano visibili ovunque e gli operatori, per raggiungere le postazioni di soccorso, hanno dovuto fare lo slalom tra le macerie. Una situazione difficile in cui bisognava dare davvero il massimo. A metterci il cuore e la propria competenza è stata la squadra composta da Paolo Screti, Francesca Trevisani, Maria Baldo, Alessandra Screti,Chiara Fersurella, Vincenzo Diana, Francesco Aiossa, Giovanna Minati, Elisabeth Venturini, Alban Kucana, Bruno Sapienzi, Rita Sollami e Federico Conticello.
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