Probabilmente non c’è un modo giusto per dire addio ad un padre e due figli vittime del terremoto, ai due nonni, deceduti anche loro sotto le macerie. E non c’è un modo giusto di raccontare il dolore di una madre miracolosamente sopravvissuta, a cui oggi la città di Nettuno si è unita in un abbraccio, di un fratello gemello che ha perso la sua metà, di una famiglia spezzata, quella di Ezio Tulli e Giovanna Gagliardi e di un corpo ferito, quello della Polizia di Stato che ha perso un agente valoroso e stimato. Tutti oggi, si sono dati appuntamento al Santuario di Nostra Signora delle Grazie a Nettuno per stringersi alla famiglia Tulli, a Giovanna, alla Polizia. Non è stato un funerale di Stato ma in molti hanno voluto essere presenti per l’ultimo saluto. Giovanna, la mamma di Lorenzo e Ludovica, è stata sempre stretta al fratello gemello del marito Ezio, ma anche al personale della Croce rossa, ai colleghi che l’hanno sostenuta, emotivamente e fisicamente. A Lei, superstite di un dramma che ha scosso l’Italia intera, la polizia ha voluto rendere omaggio e il saluto militare con un dispiegamento di forze che ha il sapore di un abbraccio fortissimo. Non sono voluti mancare il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il questore di Roma Nicolo D’Angelo, il questore di Latina Giuseppe De Matteis, il Presidente della Provincia di Latina e Sindaco di Cisterna, Eleonora Della Penna, città in cui Giovanna è in servizio, il Capo della Polizia stradale di Aprilia e il vicesindaco di Aprilia, il Sindaco di Anzio Luciano Bruschini, l’assessore Laura Nolfi, in lacrime, il Sindaco di Nettuno Angelo Casto, con la fascia tricolore, il vicesindaco Daniele Mancini, gli assessori Nanda Salvatori e Alessandra Biondi, il comandante della Carabinieri Ugo Floccher, con la delegazione del comando di Nettuno, il Comandante della Guardia di Finanza Massimiliano Lalli, la cui commozione per la tragedia della famiglia Tulli era evidentissima.
In chiesa, in lacrime i compagni di scuola di Lorenzo e Ludovica, 14 e 12 anni, le maestre, gli amici di famiglia e quanti li conoscono da sempre e gli hanno voluto bene. La commozione e il dolore, palpabili, sono esplosi tra applausi e pianti quando le cinque bare, di cui due bianche, sono entrate in chiesa. Quella di Ezio sorretta dai colleghi di Aprilia. Il suo cappello poggiato su un cuscino rosso, e portato a mano dal collega di pattuglia, in lacrime. Le altre sorrette da partenti, amici e volontari che hanno voluto esserci e dare una mano. Ovunque fiori, tantissimi quelli bianchi. Infinita la fila di quanti hanno voluto stringere Giovanna in un abbraccio prima dell’inizio della cerimonia commossa celebrata dal Vescovo Marcello Semeraro.