Home Cronaca Morti alla Kyklos, chiesti nove rinvii a giudizio

Morti alla Kyklos, chiesti nove rinvii a giudizio

I carabinieri il giorno della tragica morte di due operai

Dalle norme sulla sicurezza del lavoro a quelle ambientali, le violazioni compiute nell’impianto Kyklos di Aprilia sarebbero state tante. E tutte avrebbero concorso a causare la morte dei due operai rimasti asfissiati, nell’estate di due anni fa, mentre aspiravano dall’impianto di compostaggio percolato da portare in discarica. Se ne è convinta il sostituto procuratore Luigia Spinelli che, terminate le indagini, dopo aver disposto consulenze tecniche e persino intercettazioni telefoniche, ha ora chiesto nove rinvii a giudizio, sei a carico di persone fisiche e tre a carico di aziende, quest’ultime tirate in ballo proprio per gli illeciti amministrativi.

A perdere la vita, il 28 luglio 2014, investiti da esalazioni di acido solfidrico, furono due operai di San Lorenzo Nuovo, in provincia di Viterbo, Roberto Papini e Fabio Lisi, di 44 e 42 anni dipendenti delle ditte Mira di Orvieto, che avevano avuto in subappalto tale attività da una società di Perugia. Il sostituto Spinelli, con le accuse di omicidio colposo ha ora chiesto il giudizio per l’allora amministratore della Kyklos, attuale dirigente Acea, Alessandro Filippi, per i dirigenti Kyklos, Sebastiano Reveglia, di Pomezia, e Fabrizio Martinelli, di Ariccia, rispettivamente delegato in materia di sicurezza e responsabile della prevenzione, per i titolari delle due ditte per cui lavoravano le vittime, Davide e Danilo Mira, di Orvieto, e per il rappresentante della Eco 2000 di Perugia, Andrea Pula. Per violazioni amministrative è stato chiesto inoltre un processo per le stesse Kyklos, rappresentata dal presidente del CdA, Luciano Piacentini, Mira Giuseppe snc, nelle persone degli amministratori Davide e Daniele Mira, ed Eco2000, nella persona di Pula. Il magistrato ha inoltre specificato che il tipo di percolato prelevato dalla Kyklos doveva essere qualificato come rifiuto pericoloso ed essendo invece inquadrato come non pericoloso l’azienda da una parte aveva risparmiato sui costi di smaltimento e dall’altra su quelli delle protezioni di cui dovevano essere dotati i lavoratori. A pronunciarsi sulle richieste di giudizio, il prossimo 11 ottobre, sarà il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli. E i familiari delle vittime, compresi quattro orfani, si preparano a costituirsi parte civile.