E’ stato bocciato il progetto delle terme a Lavinio nel comune di Anzio. Troppi i rischi rappresentati dalla presenza di gas tossici nel sottosuolo in quella zona. Abbastanza per portare la Regione Lazio a negare la concessione per acque termominerali, denominate “Terme di Nerone”, chiesta in località Riserva della Torre dal neroniano Davide Colaceci.
La prima richiesta per effettuare ricerche di acque termali a Lavinio Colaceci la presentò nel 2002 e, chiesta cinque anni dopo la concessione, in un primo tempo ottenne anche pareri favorevoli dai diversi enti competenti in materia. Il 5 settembre 2011, però, proprio in quella zona, all’interno del circolo sportivo, si verificò un grave incidente. Quattro operai, scesi in una vasca per i lavori che stavano compiendo su una piscina, rimasero intossicati dalle esalazioni di idrogeno solforato e uno dei loro perse la vita. Immediatamente si elevò il livello di attenzione sui pericoli presenti nel sottosuolo di Anzio e vennero avviati degli studi. Non solo, il Sindaco emise un’ordinanza per la sicurezza che riguardava anche i garage, La commissione regionale per le acque minerali e termali frenò il progetto a Riserva della Torre e Colaceci venne invitato a monitorare per un anno i gas in quella zona. Arrivarono quindi gli studi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e del Dipartimento di Scienze geologiche dell’Università Roma Tre, che evidenziarono come il sottosuolo di Anzio, in particolare di Lavinio e Tor Caldara, fosse interessato da emanazioni spontanee di gas endogeni, anidride carbonica, idrogeno solforato e radon, che si “manifestano costantemente e in alcuni casi con picchi di concentrazione di notevole entità”. Tanto a Lavinio quanto al Lido dei Pini è poi stato rilevato un vero e proprio “rilascio anomalo di gas endogeni”, soprattutto in zone con forte frantumazione geologica, come quella del Fosso dello Schiavo, vicina al circolo sportivo dove è avvenuto l’incidente mortale. Considerando a tal punto troppo rischioso per la salute pubblica dare l’ok alle terme in una zona del genere e temendo che i lavori per la realizzazione degli impianti potessero portare a ulteriori fuoriuscite di gas tossici, oltre a evidenziare che il progetto non sarebbe conforme al Prg di Anzio, la Regione ha negato la concessione.