“A fronte di tale drammatica situazione siamo costretti ad osservare, nonostante le molteplici segnalazioni da parte dei cittadini, ben documentate anche da materiale fotografico, a tutt’oggi nessuna efficace misura di contrasto a tali pratiche illecite e pericolose è stata messa in atto dal Comune di Anzio con gravissimo disagio per i cittadini di Lavinio e possibile e concreto pericolo per la salute degli stessi, sol se si considera che l’avvicinarsi del periodo estivo e delle temperature più calde potrebbero favorire focolai di malattie ed infezioni”. Lo scrive in un comunicato stampa Giovanni Politi, residente ad Anzio, a proposito della situazione rifiuti nel comune neroniano.
“Continuano a verificarsi quotidianamente fenomeni di abbandono incontrollato, in ben determinate aree di Lavinio lungo lo Stradone di Sant’Anastasio, come Viale dei Narcisi, Viale dei Giacinti, Viale Grazia fiorita, di rifiuti di tipologia eterogenea (sia urbani che speciali, sia pericolosi che non). La frequenza e la regolarità con cui avvengono tali fenomeni – ha poi aggiunto – hanno determinato un sostanziale degrado di detti luoghi, tale da far ipotizzare l’eventualità che, laddove si individuassero i soggetti responsabili di tale ripetuto e definitivo accumulo di rifiuti, si possa configurare a loro carico, oltre che il reato di abbandono di rifiuti (art. 255 del D. Lgs. 152/2006) anche quelli ben più gravi di attività di smaltimento di rifiuti non autorizzata (art. 256 comma 1 del D. Lgs 152/2006) e di discarica abusiva (art. 256 comma 3 del D. Lgs 152/2006). Si impone un ripensamento in radice della raccolta differenziata in se e per se iniziativa comunque giusta, tramite l’ausilio di cassonetti appositi, come accade anche in centro città di Anzio. Tutte le violazioni alle normative penali in materia di ambiente risultanti dal dossier fotografico potranno essere oggetto di apposita denuncia alla Procura della Repubblica competente. In tal senso si rammenta che l’art. 40 del codice penale stabilisce una precisa responsabilità penale anche in capo a chi ha l’obbligo giuridico di impedire la consumazione di un reato, equiparando la condotta del soggetto che non interviene a quella di chi compie il reato. Le autorità competenti sono quindi avvisate”.