Sull’aggressione al gazebo del Comitato Salviamo La Pineta, dopo la seconda versione fornita sugli avvenimenti del Primo maggio, arriva la replica del Comitato stesso. “La brutta vicenda che ci è successa il Primo Maggio noi del comitato “Salviamo la pineta” non l’auguriamo a nessuno, mai ci era accaduto di doverci trovare in una situazione simile, eppure ne abbiamo di anni: solo noi quattro presenti al momento del fattaccio assommiamo a quasi 300 anni di età! Ma evidentemente le nostre tremolanti gambe sono riuscite ad avere la meglio sui 5 bravi ragazzoni sbucati dal nulla e a infliggergli danni fisici per ben 15 giorni di prognosi a giudicare da quanto scritto da uno di loro in certe insolenti quanto anonime dichiarazioni alla stampa. E poi, non appagati, avremmo avuto ancora abbastanza energia per autodevastarci il tavolinetto, ribaltarlo, strapparci da soli i moduli del questionario e accartocciare la struttura del gazebo così, tanto per fare scena ad uso dei giornali.
Sì, siamo stati bravi, dopo settimane di fatica passate ad organizzare un sondaggio fra i cittadini sul gradimento della pineta pubblica, abbiamo deciso di mandare tutto all’aria andando a pestare quei tipetti dal fisico da rugby e dalla testa andata a male che “casualmente” si trovavano a passare! E tutto dopo neppure mezz’ora dall’aver montato il gazebo per cui avevamo lavorato tanto, che furbi siamo!
Certo ce la siamo cavata alla grande: uno di noi, pur pallido e smorto dopo gli spintoni e gli insulti ricevuti, non ha avuto l’infarto a cui era sembrato parecchio vicino; l’altro, una volta tirato fuori dalla siepe in cui era stato scaraventato, si è rimesso presto in piedi sulla sua cara gamba claudicante; una terza si è riportata gioiosamente a casa il braccio tumefatto dal gentil contatto avuto nel proteggere l’amico malcapitato, l’ultima se ne sta felice a casa a ricomporre il puzzle di un telefonino ridotto in pezzi… sì perché a pensarci bene di quei 15 giorni di prognosi che uno degli aggressori si è fatto prescrivere dobbiamo fare le nostre scuse: la pesantezza dei nostri cellulari con cui tentavamo di chiamare la forza pubblica era evidentemente eccessiva, strapparceli dalle mani e scagliarli a 50 metri di distanza dev’essere stato uno sforzo lacerante, doloroso, da pronto soccorso, magari da ricovero.
Ora però, a mente fredda, ci rendiamo conto che non siamo stati poi così bravi come pensavamo, che quelli che le hanno prese e di brutto siamo stati noi. Che, per quanto si voglia rigirare la frittata, quello che è successo è un atto criminale e non uno scherzo di buontemponi. Che a quanto ci viene fatto notare l’accaduto sembrerebbe perfino organizzato. E tutto solo perché chiedevamo opinioni ai passanti? Atti così non devono mai accadere, mai, figurarsi in un contesto educativo quale vuole essere (e sarà) il parco pubblico della pineta della Gallinara! Questo volevamo dire ai concittadini puliti di questa città, che di simile gente violenta non sa che farsene. A valutare i fatti e a comminare le giuste sanzioni penserà l’autorità giudiziaria, noi nel frattempo riprendiamo con ancor più determinazione a dipingere staccionate e a zappettare e rastrellare il parco. E al diavolo l’artrosi”.