Il primo atto dopo l’accordo sottoscritto con la Capo d’Anzio Spa delle cooperative degli ormeggiatori è stato quello di predisporre due lettere di licenziamento. Ad essere colpiti dal provvedimento due custodi notturni, un ragazzo, che ha partecipato al bando della Capo d’Anzio Spa, e potrebbe tornare a lavoro in forze alla società (la questione è ancora tutta da valutare) ed un uomo di 55 anni che dal prossimo primo maggio si troverà in mezzo ad una strada. Il motivo addotto dalle Cooperative ai diretti interessati è legato al fatto che il contratto di service proposto loro per due mesi (in attesa che l’Autorità Anticorruzione si esprime sul possibile inquadramento dei dipendenti e soci delle coop) non è adeguato a coprire i costi per tutta la forza lavoro attuale. Una decisione che ha dell’incredibile, considerando che le trattative portate avanti fino ad oggi dal Comune con gli ormeggiatori, costellate di ricorsi giudiziari (anche piuttosto costosi considerando che sono stati tutti persi) erano pensate a tutela dei posti di lavoro. Ma evidentemente solo di alcuni. Le cooperative non ci hanno pensato un attimo a “tagliare” i costi del personale senza avere neanche la “pazienza” di attendere i due mesi durante i quali si sarebbe potuta, e dovuta, valutare una situazione onnicomprensiva. Evidentemente la durissima battaglia per “il posto di lavoro” era del tutto personale. Interpellato sulla vicenda il Presidente della Capo d’Anzio Alessio Ciro Mauro spiega la posizione della società chiamata a realizzare il nuovo porto. Una società che, lo ricordiamo, al momento è in passivo, che ha acquisito le aree tardivamente proprio a causa dei ricorsi degli ormeggiatori e delle lungaggini che hanno comportato. “Dopo un percorso lungo e tutt’altro che semplice – ci spiega l’avvocato Mauro – abbiamo ottenuto lo storico risultato di riacquisire la titolarità delle aree demaniali. Eravamo a conoscenza della questione dei custodi. Non possiamo intervenire direttamente nelle dinamiche interne agli ormeggiatori, ma siamo attenti osservatori della situazione. Probabilmente uno di loro, in graduatoria con la Spa potrà essere riassorbito, ma voglio chiarire che la società non è attualmente nelle condizioni di assumere. Noi – sottolinea – intendiamo agire nella piena correttezza istituzionale e la Spa non sarà un serbatoio di assunzioni. Quello che vorrei fosse chiaro è che noi per primi, tesi all’obiettivo di realizzare il porto, abbiamo tagliato i nostri compensi e che sosteniamo spese personali per lavorare nell’interesse della città e dei cittadini”. Probabilmente ci si aspettava un “sacrificio” in più anche da parte degli altri attori della vicenda, che per anni hanno lavorato sui moli in condizione di assoluta autonomia. Resta un posto di lavoro cancellato e la certezza che gli ormeggiatori, che fino a ieri hanno lottato fino all’ultimo respiro in difesa del proprio posto di lavoro, non hanno avuto esitazione alcuna a inviare una lettera di licenziamento. Evidentemente non tutti i posti di lavoro hanno diritto ad eguali tutele.