Al Comune un milione dalla Nettuno servizi, informativa in Procura sui dipendenti

Tanti, tantissimi i soldi che nel corso del tempo la Nettuno Servizi avrebbe dovuto versare al Comune e che non ha invece versato. La società mista, che era stata incaricata della riscossione dei tributi, è stata così condannata ora dalla Corte dei Conti a risarcire 946.074 euro all’ente locale. E a rischiare sono anche i dipendenti comunali incaricati dei rapporti con l’azienda, la cui condotta ha convinto affatto i giudici, che hanno sollecitato la Procura a indagare.

La Nettuno Servizi, a maggioranza pubblica e con socio privato Tributi Italia, società poi finita accusata di aver “bidonato” per milioni numerosi Comuni italiani, siglò una convenzione con l’ente del tridente il 23 aprile 1999. Doveva occuparsi di riscuotere i tributi. Tra ritardi e omissioni di versamenti, la società entrò però poi in contrasto con la pubblica amministrazione e il contratto venne risolto nel 2009, decisione confermata anche con lodo arbitrale.

La Corte dei Conti, dopo aver esaminato i bilanci della società, tra il 2001 e il 2004, ha disposto un processo nei confronti dell’agente contabile, avanzando diversi sospetti e rilevando incongruenze con quanto certificato dallo stesso responsabile dell’area economico-finanziaria del Comune di Nettuno. Gli inquirenti, in particolare, hanno battuto sul mancato rispetto del minimo garantito dalla convenzione, che fino al 2003 era di 6,7 milioni per l’Ici e 1,8 milioni per la Tarsu, per un totale esattamente di 8.521.538 euro, con un aggio del 30% sul riscosso, riconosciuto alla Nettuno Servizi. Nel 2004 venne poi modificata la convenzione, eliminato il minimo garantito e ridotto l’aggio al 15%.

I giudici contabili hanno ora condannato, per la gestione 2001-2003, la Nettuno Servizi a risarcire al Comune 946.074 euro, sospendendo il giudizio sul 2004, essendo sotto accusa la stessa modifica della convenzione. Dubbi inoltre sono stati avanzati sul personale che ha gestito i rapporti con la società mista, con tanto di trasmissione degli atti alla Procura. Per i giudici sarebbero mancati i controlli e non vi sarebbero neppure ruoli a cui poter fare riferimento, dovendo così accontentarsi nell’esame dei tributi riscossi e da riscuotere delle dichiarazioni fatte dalla stessa azienda.