Nella lunga e dettagliata ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari (gip) della Procura di Roma, che ha portato all’arresto di Massimo Carminati e ha reso noto il coinvolgimento della politica con questa organizzazione mafiosa, sono trascritte moltissime intercettazione. I magistrati, intercettazioni alla mano, ricostruiscono uno a uno gli episodi di minacce, estorsioni e usura. Tra questi uno riguarda un cittadino da tempo residente Nettuno che è stato pesantemente minacciato da Riccardo Brugia, il braccio destro e insieme il braccio armato di Carminati. Bugia, addetto al recupero crediti, era quello che spezzava le gambe e rompe le costole quando le minacce non bastavano. Il 7 gennaio 2013 nell’intercettazione il cittadino residente a Nettuno ha la voce rotta dal pianto. Secondo Brugia gli ha «truffato due orologi» e pretende 500 euro al mese. Il cittadino di Nettuno al telefono: «Non ce la faccio, prendo 1300 al mese». Brugia replica cattivo: «Va bene, ti ho detto». E l’altro intimorito: «Scusami, va bene». E questo è solo uno, e neanche il peggiore dei colloqui di Brugia.
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