E’ di circa un anno fa il rinvenimento del cadavere di un uomo moldavo di 55 anni, Victor Sirbu, trovato sulla spiaggia di Tor San Lorenzo.
Il corpo senza vita, in parziale stato di decomposizione ed in parte ricoperto dalla sabbia, era stato identificato dai Carabinieri della Compagnia di Anzio che avevano da subito intuito di trovarsi di fronte ad un omicidio, ed avevano immediatamente avviato le indagini per individuarne gli autori. L’attività investigativa dei Carabinieri, coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri, aveva consentito di accertare a carico degli indagati – sei cittadini Moldavi – precise responsabilità circa i reati loro contestati, per aver procurato la morte del connazionale Victor Sirbu con violente percosse e per averne poi occultato il cadavere.
Le indagini avevano consentito di contestualizzare gli eventi, appurando che la vittima era giunta a Roma subito dopo il Natale del 2014, per trascorrere qualche giorno a casa di un suo connazionale che conosceva da molti anni, avendo condiviso una lunga detenzione in carcere, nel Paese d’origine, per un omicidio. La vittima avrebbe dovuto soggiornare a Roma per un breve periodo, per poi fare rientro in Moldavia entro la fine dell’anno, ma i suoi giorni – invece – erano finiti in una villetta in località “Lido dei Pini” di Ardea, a meno di 1 km dal luogo in cui era stato poi rinvenuto cadavere.
Proprio in quella casa aveva avuto inizio un’accesa discussione fra la vittima ed i suoi connazionali – tutti poi identificati attraverso le indagini dell’Arma – nella quale Victor Sirbu aveva avuto la peggio, fino ad essere trasportato in spiaggia, dove veniva brutalmente finito.
Una volta portata a termine l’esecuzione del 55enne moldavo, i suoi assassini si erano sbarazzati del cadavere coprendolo con la sabbia in un canale di scolo delle acque piovane, dove poi era stato rinvenuto un mese e mezzo dopo. La consulenza medico-legale aveva evidenziato che gli aggressori si erano scagliati con violenza contro Victor Sirbu con il chiaro intento di ucciderlo, colpendolo ripetutamente in più parti del corpo e procurandogli delle fratture anche al volto con l’utilizzo di corpi contundenti, fra i quali anche un “tirapugni”. Le serrate indagini dei Carabinieri di Anzio – condotte anche con l’ausilio di sofisticati mezzi tecnici, nonché con la collaborazione dell’Interpol e della Polizia Moldava – avevano permesso di accertare che il delitto era maturato in un contesto di criminalità organizzata di matrice russo-moldava. I responsabili dell’omicidio si erano da tempo trasferiti in Provincia di Roma, ove si erano specializzati nella commissione di furti ed estorsioni nei confronti di connazionali residenti in Italia. L’arrivo dalla Moldavia di Victor Sirbu – anch’egli ritenuto esponente di spicco delle cosche moldave – era stato probabilmente recepito come un turbamento degli equilibri interni all’organizzazione di stanza a Roma, che avrebbe avuto ripercussioni sui ruoli e sulle gerarchie. Concordando pienamente con le ipotesi investigative dei Carabinieri, l’Autorità Giudiziaria competente aveva quindi emesso una ordinanza di custodia cautela in carcere a carico dei sei cittadini Moldavi, alla quale i militari davano esecuzione nel luglio dello scorso anno, arrestando quattro dei sei indagati, poiché due di questi – tra i quali il principale indiziato Tudor Malcoci – erano tornati in Patria.
Ma le ricerche dei due latitanti non si sono mai interrotte e – grazie alla determinazione della Procura della Repubblica e dei Carabinieri – la cooperazione con l’Interpol e con le autorità di Polizia moldave si è intensificata, dando i suoi frutti nei giorni scorsi. Infatti, venerdì ultimo scorso, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno centrato l’obiettivo di attivare i colleghi dell’Interpol che hanno così localizzato e arrestato Tudor Malcoci in Ucraina, latitante in quella nazione per l’omicidio Sirbu. Immediatamente sono state attivate le procedure finalizzate all’estradizione in Italia del pericoloso latitante.