Diecimila euro era il prezzo da pagare per contrarre un matrimonio fittizio ed ottenere il permesso di soggiorno sul territorio italiano tramite il ricongiungimento con la finta sposa di turno. A gestire l’attività di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina 14 persone (otto uomini e due donne) che dal litorale laziale (Pomezia, Ostia, Torvajanica, Ardea ed Anzio) avevano messo in piedi un sistema per far entrare nel Paese cittadini del Medio Oriente, perlopiù egiziani e siriani, che arrivavano in Italia su aerei (ma anche in nave) dopo essere giunti clandestinamente in Europa dalla Grecia ed aver contratto matrimonio con la sposa messa a disposizione dal sodalizio criminale. L’Operazione Magna Grecia, questo il nome dell’attività di indagine dei carabinieri del Comando di Frascati e della Compagnia di Pomezia, ha portato a sgominare anche un’altra organizzazione (composta da 5 persone) dedita allo spaccio di hashish e marijuana sulle spiagge di Capocotta. Anello di congiunzione fra i due filoni di indagine una donna 35enne di Ostia, indagata in entrambi gli ambiti investigativi. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Pomezia, anche con l’ausilio di attività tecniche, hanno consentito di accertare che i primi 14 indagati procuravano l’ingresso illegale dalla Grecia in Italia di stranieri, prevalentamente originari del Medio Oriente, e organizzavano anche per costoro matrimoni simulati con cittadine italiane in modo da far ottenere la carta di soggiorno per motivi familiari. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, i matrimoni venivano contratti all’estero e successivamente regolarizzati in Italia per attivare la procedura di rilascio della carta di soggiorno. Nel corso dell’attività investigativa, sono state sequestrate numerose copie di documenti di identità egiziani e copie di certificati di matrimoni tra cittadine italiane e cittadini egiziani ed acquisita documentazione probatoria di unioni civili presso i comuni di Roma, Pomezia e Ardea.
Nell’ambito delle stesse indagini, i Carabinieri hanno accertato che gli ulteriori 5 indagati, tra i quali uno già compreso tra i 14 precedenti, gestivano una costante attività di spaccio di sostanze stupefacenti in spiaggia, lungo il litorale pometino e romano, e presso il complesso popolare del comune di Ardea denominato “Le Salzare”. I risultati dell’attività sono stati presentati questa mattina al Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma dal comandante del Gruppo di Frascati, tenente colonnello Luciano Magrini, dal comandante del Reparto Operativo dei carabinieri di Roma Giuseppe Donnarumma, dal maggiore Marco Spaziani, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Pomezia e dal tenente Cesare Calascibetta del Nucleo Operativo dei miltari dell’Arma del Comune pometino. Una prima fase di indagine che i carabinieri hanno esteso anche alle altre forze di polizia ed all’Interpol per allargare le investigazioni anche nel delicato canale del terrorismo. A rendere particolarmente complicato il proseguo delle indagini la giurisdizione italiana, secondo la quale un cittadino straniero che ha contratto regolare matrimonio con una donna italiana non può essere espulso dal Paese, tranne che in accertati casi di atti delinquenziali.