Il Tribunale di Velletri ha fermato lo sfratto del Circolo della Vela, che la Capo d’Anzio aveva richiesto con una nota formale, in cui si annunciava la volontà di porre in essere ogni possibile azione per entrare in possesso delle aree, a partire dal 7 gennaio. Il provvedimento era stato richiesto il 5 gennaio e concesso il 6 gennaio, con una tempistica che sorprende visto quanto invece si è dovuto attendere affinché il Tar si esprimesse sulla richiesta della Spa che deve realizzare il porto, dopo il ricorso del Circolo e degli ormeggiatori.
Il giudice designato, sospendendo lo sfratto, dice tuttavia alcune cose che fanno riflettere. “Senza dubbio – si legge nel dispositivo – la concessione ha l’effetto di costituire in capo al concessionario il diritto, da far valere nei confronti della pubblica amministrazione, di godere del bene, per i fini previsti nella concessione stessa. Se il bene è posseduto da altri, dunque, l’amministrazione può riprenderne il possesso, avvalendosi dei propri poteri autoritativi o facendo ricorso alle vie ordinarie (art. 823 c.c.), per poi attribuire al concessionario la materiale disponibilità del bene. Ovviamente il concessionario può pretendere il rilascio del bene anche da chi lo possiede, ma non può escludere da sé solo chi al momento si trova nel possesso del bene, non essendo titolare, per il solo fatto di essere cessionario, di poteri di autotutela e dovendosi dunque valere delle vie ordinarie per ottenere tutela (v. ancora Cass. sez. un. 13/06/2002 n. 12181)”. In sostanza non c’è dubbio che la capo d’Anzio sia titolata alla gestione delle aree, ma a “sfrattare” il Circolo deve essere il Comune. La Capo d’Anzio, per capire se davvero potrà entrare in possesso dello stabile dovrà attendere che sia il Comune a fare i suoi passi e, in ogni caso, dovrà presentarsi in udienza il prossimo 3 febbraio per la discussione nel merito del ricorso.