Ha vissuto ad Anzio fino a quando ha compiuto 10 anni Francesco Maria Pennacchi, 32enne commercialista di Velletri, è stato ucciso nel suo studio in via dei Volsci dopo una violenta lite con un fornaio albanese, Lorenc Prifti di 43 anni che abitava nello stesso palazzo dove la vittima aveva il proprio ufficio. Il terribile fatto è accaduto poco dopo la mezzanotte di ieri. Il rumore proveniente dallo studio di Pennacchi, dove si stava svolgendo una piccola festa avrebbe disturbato il sonno della famiglia del fornaio, composta dalla moglie e dalla figlia piccola. Secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri il 43enne sarebbe sceso al piano di sotto e avrebbe suonato al campanello dell’ufficio del commercialista per lamentarsi. Da qui sarebbe scoppiata una violenta lite finita a coltellate. Il fornaio, ha colpito il 32enne all’addome, mortalmente, e si è dato alla fuga mentre gli amici del commercialista hanno cercato di portare il giovane ferito all’ospedale. Inutile il tentativo dei medici del 118 di trasportarlo in ospedale. Francesco Maria Pennacchi è morto durante il tragitto. Lorenc Prifti, invece, è stato arrestato poco dopo dai carabinieri. “Asilo ed elementari comunione con mio figlio – racconta commosso e addolorato Pierluigi Campomizzi, coordinatore provinciale di Noi con Salvini ed ex vicino di casa di Francesco Maria Pennacchi – abitava al fabbricato adiacente al nostro, spesso era a casa mia per giocare o studiare, nessuno ci vuole credere ma purtroppo è successo… ciao Francesco”. Campomizzi ha poi diffuso un comunicato stampa sull’assurda vicenda. “La tragedia accaduta la scorsa notte a Velletri in via dei Volsci, in cui ha perso la vita Francesco Maria Pennacchi, commercialista di 32 anni, ucciso a coltellate all’addome dopo una violenta lite da un fornaio albanese, Lorenc Prifti, è la prova inconfutabile che ormai viviamo in un Paese che è terra di nessuno. Se una persona arriva ad ammazzare un uomo perché sta facendo un party tra amici in casa propria significa che siamo al collasso, che si può ammazzare in libertà in un’Italia che è il paese dei balocchi per gli assassini”. “Questa tragedia ci colpisce tutti e procura una ferita che sarà inguaribile per le persone vicine e che hanno conosciuto Francesco – aggiunge Campomizzi – E così ci ritroviamo, purtroppo ancora una volta, a dover chiedere a gran voce la certezza della pena affinché chi commette delitti di questo genere possa marcire in galera come accade in tutti i paesi del mondo, ma non in un’Italia ormai terra di nessuno, dove si può anche uccidere e andarsene a passeggio a stretto giro”.