“La sentenza di Teramo – scrive Venanzio Cretarola in replica alla notizia della condanna a due anni di reclusione per peculato in primo grado nell’inchiesta sulla società “In house” della provincia di Teramo, Teramo Lavoro – ha demolito l’intero impianto accusatorio, basato solo sulle calunnie di due persone. E’ dimostrato finalmente che non esiste nessuna truffa, che ho svolto eccome l’attività che secondo l’accusa non avrei svolto e che ho utilizzato procedure legittime per la sottoscrizione dei contratti di lavoro e per la selezione del personale. L’accusa residua è basata su un incredibile lapsus logico/contrattuale che con il codice penale non ha nulla a che fare, basata anch’essa su una fantasiosa calunnia di una sola persona. Mi dispiace solo che non sia stato compreso subito. Sarà chiarita totalmente in appello. Al contrario, la sentenza ha confermato che io ho svolto regolarmente l’attività richiesta”.