La situazione della Camera mortuaria dell’ospedale di Anzio è drammatica. Ad ogni pioggia la struttura, che si trova al piano -2 dell’Ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno è soggetta ad allagamenti tali da mettere a rischio non solo l’incolumità di chi ci lavora e di chi è presente in quei momenti (i parenti dei deceduti ad esempio) ma anche la sicurezza di tutti gli altri cittadini che si trovano nella struttura ospedaliera.
Al piano interrato infatti c’è anche la sala della cabina elettrica che alimenta l’ospedale e il gruppo elettrogeno che si attiva quando salta la corrente e che alimenta anche le camere operatorie. Ci sono anche gli ascensori, che si allagano anche loro, senza che questo comporti l’interruzione del servizio con il rischio che le cabine, scendendo a meno 2, creino un corto circuito pericoloso per chi si trova ad usare gli apparecchi. A raccontarci la situazione un uomo che lo scorso sabato era presente nella struttura quando è successo il finimondo. “La zona si è riempita d’acqua in pochissimi minuti – spiega l’uomo – ci siamo davvero spaventati. Parliamo di 40 cm di acqua piovana che salivano dall’esterno ma anche dei tombini interni al corridoio che sono letteralmente saltati da cui entrava ancora acqua e della formazione di un vero torrente che ha avuto la forza di spostare i mobili e le scrivanie degli uffici, di distruggere gli arredi messi nelle camere ardenti e di staccare pezzi di pavimento. Solo per un caso la salma del mio congiunto era stata portata via da qualche minuto altrimenti davvero non so cosa sarebbe potuto accadere. Io qui non ci torno più – conclude l’uomo – ma non posso davvero credere di aver visto una cosa del genere”.
Nei giorni seguenti siamo quindi andati a fare un sopralluogo nella zona e la situazione è apparsa persino più seria di quello che ci era stato raccontato. Macchie di umidità e rigonfiamenti sono presenti sui muri a tutte le altezze. All’ingresso è evidente che i muri sono scorticati ad altezza “allagamento” e le tracce della presenza di acqua stagnante sono evidenti ovunque così come l’odore di muffa e umido. Le porte le abbiamo trovate tutte spalancate probabilmente proprio per permettere una più rapida asciugatura degli ambienti. I mobili e le scrivanie sono state posizionate su dei rialzi, per evitare danni alla documentazione ma non sembra una soluzione efficace. Abbiamo girato per tutto il piano interrato, una superficie di circa 1000 metri cubi e in ogni angolo ci sono tracce del recente allagamento.
La prima parte, quella aperta al pubblico, sembra ristrutturata di recente, ma sta già cedendo in più punti. Il retro, invece, ha lasciato il passo all’incuria e all’abbandono. Sui muri muffe verdi e macchie di umidità e la sensazione che si tratti di ambienti sporchi e malsani. Veniamo a sapere, chiacchierando con le persone presenti nella struttura, probabilmente parenti di una persona deceduta da poco, che la situazione è nota da tempo. “Sono venuto a trovare mio zio che è deceduto ieri – ci racconta un uomo – ho chiesto al personale che cosa fosse successo visto che c’erano i muri bagnati e un cattivo odore di umidità, mi ha detto che si sono allagati due volte in quattro giorni e che negli ultimi due anni la camera mortuaria si è allagata almeno 20 volte. E’ una situazione incredibile”. Parlando con un inserviente che fuma una
sigaretta all’ingresso chiediamo anche a lui cosa sia successo e ci dice la sua. “Cinque anni fa hanno fatto dei lavori sulla condotta e da allora ci sono allagamenti costanti. Probabilmente hanno creato una strozzatura al canale di scolo sta di fatto che qui la situazione è diventata impossibile”. Ma la situazione – chiediamo – è stata segnalata ai vertici dell’ospedale e della Asl? “Scherza? – ci risponde – qui la situazione è seria, pensa che ci teniamo il segreto per noi? Qui si sono lamentati tutti, dal personale ai familiari dei deceduti, si sono lamentati anche i titolari delle agenzie funebri, lo sa quante volte hanno dovuto buttare i tappeti e gli arredi per le camere mortuarie?”. Due anni di segnalazioni sono rimaste lettera morta, i vertici della Asl non sembrano ritenere la questione di rilievo. Nei giorni scorsi, pare si sia presentata una squadra dell’Ufficio tecnico della Asl per un sopralluogo. Hanno visionato la situazione e sono andati via. L’appuntamento è al prossimo acquazzone.