Un’odissea che sembra non avere fine quella del bando rifiuti al Comune di Anzio. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto il ricorso della Camassa Ambiente e bloccato l’insediamento della Gesam Ecocar, vincitrice del bando, nonostante il recente pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio che invece disponeva l’immediata assegnazione dell’appalto proprio a quest’ultima. L’amministrazione comunale neroniana si era già impegnata per concertare con le parti in causa il passaggio di consegna del servizio (che sarebbe stato formalizzato il 19 ottobre secondo programma), anche alla luce del fatto che la Camassa sta lavorando in proroga sul vecchio e costosissimo bando (tra l’altro offrendo un servizio pessimo su un territorio martirizzato dalla presenza di rifiuti e discariche, con una differenziata che funziona poco e male per l’esasperazione dei cittadini) alla Gesam Ecocar. Ora l’ennesima doccia fredda per la Ecocar e per gli operai in attesa di assunzione che nei giorni scorsi hanno protestato sotto al Comune proprio per i ritardi nel passaggio di consegne. Ritardi imputati al dirigente del settore Ambiente, Walter Dell’Accio, la cui prudenza sembra oggi invece giustificata.
Una vicenda che ha dell’incredibile quella del bando rifiuti di Anzio. La gara assegnata alla Gesam Ecocar infatti ha visto una prima assegnazione del servizio, subito bloccata per il mancato invio da parte della Prefettura della certificazione antimafia. La società che era stata colpita da interdiceva aveva presentato e vinto il ricorso, ma la comunicazione non è arrivata tempestivamente in Prefettura. Questo ha fatto si che venisse assegnato il bando, in via provvisoria, proprio alla Camusa (con il nuovo contratto anziché quello in proroga). La Gesam Ecocar ha presentato e richiesta di sospensiva, ottenendo lo stop al provvedimento e ricorso al Tar per chiedere l’assegnazione del bando. Proprio il Tar nei giorni scorsi sembrava aver messo la parola fine sulla vicenda che ha regalato alla città di Anzio un’estate nera, fatta di sporcizia e lamentele. Un’estate di emergenze continue, con la mancata raccolta di carta e cartoni a Lavinio e le periferie totalmente abbandonate. I ristoratori dell’Argentina, che pagano fino a 8mila euro l’anno di immondizia non hanno mai visto il ritiro regolare dell’umido nelle giornate di lunedì e martedì così come molti cittadini, costretti costantemente a chiamare l’ufficio Ambiente per fare presente che nessuno aveva ritirato i sacchi. Sempre quest’estate per ben due volte la Asl ha scritto al Comune invitandolo a fornire un servizio di igiene urbana adeguato per evitare che la situazione sanitaria di alcuni quartieri precipitasse (Anzio colonia, in primis, ma anche lo Zodiaco, via della Lottizzazione, invasa dai topi… via col Vento). Ora il Consiglio di Stato ha bloccato l’assegnazione accogliendo il ricorso della Camusa. Proprio la Camusa quindi, dovrebbe ora essere assegnataria del servizio e la speranza è che si offra un servizio migliore di quello attuato fino ad oggi. Mentre le aule giudiziarie sentenziano in maniera discordante a pagare sono i cittadini, che a fronte di bollette salatissime hanno un servizio davvero pessimo mentre l’azione dell’Amministrazione comunale è necessariamente rallentata poiché appare evidente che ogni decisione presa o da prendere potrà essere contestata e ribaltata da provvedimenti mai definitivi. Non resta che attendere l’inevitabile prossima puntata di quella che sta diventando una saga giudiziaria senza fine.