Home Cronaca Nettuno – Falso in bilancio, annullato il proscioglimento per Chiavetta e Faraone

Nettuno – Falso in bilancio, annullato il proscioglimento per Chiavetta e Faraone

Sono stati annullati dalla Corte di Cassazione i proscioglimenti dell’ex sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta, del dirigente comunale Gianluca Faraone e di tre ex revisori dei conti dell’ente locale. La Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico ministero Giuseppe Travaglini, titolare dell’inchiesta denominata “Resa dei conti”, che ha portato il magistrato della Procura di Velletri a ipotizzare una serie di falsi alla base del bilancio comunale approvato nel 2009. Gli atti ora tornano al Tribunale veliterno e un altro giudice per l’udienza preliminare dovrà decidere se disporre un processo per l’ex sindaco, il dirigente e i tre ex revisori Michele Scognamiglio, Barbara Scoppetta ed Ermanno Cicchetti.

Per il pm Travaglini il bilancio di sei anni fa è stato approvato ricorrendo a dei falsi solo per non dichiarare il dissesto finanziario. Otto mesi fa, però, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Velletri, Zsuzsa Mendola, aveva disposto il non luogo a procedere, perché il fatto non sussiste, per gli indagati. “Le possibili irregolarità accertate dalla Corte dei Conti – aveva già sostenuto nel 2013 il Tribunale del Riesame di Roma, respingendo l’appello del pm Travaglini sugli arresti chiesti e negati dal gip Giuseppe Cario – essendo frutto di una valutazione tecnica e autonoma, non possono valere automaticamente quale forma di falsificazione avente rilievo penale”. Gli indagati e i loro difensori, gli avvocati Ciro Palumbo, Cristiano Montemagno, Nicola De Nisco, Barbara Morbinati e Mirjam Cuneo, pensavano che il caso fosse chiuso. “Manifesto – dichiarò l’avvocato Palumbo – che in questa vicenda giudiziaria l’impegno è stato forte, serio e sacrificante. Ho avuto fin da subito la percezione dell’errata impostazione accusatoria e ho creduto in una pronuncia assolutoria che non ha tardato ad arrivare. Già la fase del Riesame aveva concesso ottima soddisfazione, ma il merito del processo è un’altra cosa, e così è stato infatti affrontato, come fosse da capo. Si è dovuto lavorare duramente per sviscerare passo passo e ancora una volta ogni infondatezza materiale e sull’intenzionalità a commettere un falso: penso che per dire o fare un falso bisogna anzitutto conoscere il vero. La giustizia è lenta, lo sanno e lo dicono tutti, ma è sempre giustizia”. Ma la Cassazione, accogliendo il ricorso del pm, ha ora disposto un rinvio degli atti al Tribunale di Velletri, affinché un altro gup valuti se disporre un processo. Non resta ora che attendere le motivazioni del provvedimento della Suprema Corte, mentre i cinque rischiano appunto il giudizio.