Tra le 18 persone arrestate questa mattina nel blitz antimafia che, partendo da Aprilia è arrivato anche nella Capitale, del centro operativo della Dia, coordinato dalla DDA di Roma, sono finiti in manette, secondo quanto apprende l’agenzia LaPresse, Antonio Nicoletti e Vincenzo Senese, rispettivamente figli del cassiere della Banda della Magliana, Enrico Nicoletti, e del boss Michele Senese detto ‘O pazz’. Il Gip del tribunale di Roma, in un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere scrive su Vincenzo Senese: “In un’alleanza con Salvatore D’Amico per gestire ed espandere le illecite attività nel territorio della capitale. Con il contributo del Macori mantiene il controllo degli interessi affaristico/criminali nel settore idrocarburi grazie al contributo di Piero Monti. Essendo figlio di Michele Senese funge anche da garanzia per gli investimenti delle ‘ndrine Morabito e Mancuso, e dal clan Rinaldi/Formicola nel commercio di idrocarburi attraverso la rete di imprese collegate al Monti. E’ presente agli incontri del vertice del sodalizio che si svolgono anche presso l’abitazione del Macori”.
Su Antonio Nicoletti invece si legge: “Gode del potere criminale affermato dalle attività illecite del padre Enrico e si presenta come interlocutore per tutte le organizzazioni criminali con interessi sull’area metropolitana. In tal senso, coordina l’operato dei suoi sodali per la gestione complessiva delle attività di riciclaggio alimentate con illecite provviste del clan di appartenenza e con quelle messe a disposizione dal clan D’Amico/Mazzarella, intervenendo a tutela degli interessi del sodalizio, dirimendo tensioni tra le varie consorterie e riaffermando in tal modo il proprio prestigio criminale ed assicurando il pieno controllo dell’organizzazione”.
Tra le 18 persone arrestate figura anche Daniele Muscariello, l’ex produttore cinematografico, già in carcere e condannato a 9 anni di carcere per riciclaggio. Scrive il Gip di Roma, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata a Muscariello: “Daniele Muscariello è tra gli organizzatori della “politica” economico-criminale dell’associazione, in quanto recluta gli imprenditori da assoggettare al sistema di riciclaggio e mantiene costanti rapporti con esponenti del mondo istituzionale e appartenenti alle forze dell’ordine, come si è visto nella esposizione dei fatti oggetto delle imputazioni. Ha favorito l’ingresso nel sodalizio romano di Salvatore D’Amico, inteso o’ pirata, esponente apicale del clan D’Amico/Mazzarella, così accrescendo la forza economica e militare della consorteria di appartenenza.
Inoltre, si legge, Muscariello “partecipa a numerosi incontri tra i vertici del sodalizio per affrontare le criticità emerse all’interno della centrale di riciclaggio dopo l’arresto del Salsiccia il 6.6.2018. Insieme al Salsiccia è responsabile di un arsenale di armi custodito nel territorio di Roma, messo a disposizione da Salvatore D’Amico, O Pirata, per garantire al sodalizio una efficace ed immediata azione di fuoco qualora necessaria. Pianifica con Salvatore Ventura un attentato nei confronti di Salvatore Pezzella e Stefano De Angelis, in quanto non avevano corrisposto al sodalizio i guadagni della attività di riciclaggio gestite sulla capitale con Alberto Coppola, evento non verificatosi per il decesso improvviso del Ventura il 28.09.2018. Si occupa con il Lombardi ed Antonio Nicoletti del mantenimento dei sodali detenuti”.