L’unica certezza è che si tratta di un rifiuto pericoloso. A cosa esattamente corrisponda la massa di sostanza di colore biancastro, scoperta ormai mesi fa dalla Capitaneria di porto sulla spiaggia dei Marinaretti, non è però ancora chiaro. E ora il Comune di Nettuno, dovendo smaltire ben settecento chili di quel materiale misto a sabbia, ha dovuto investire quasi 800 euro, per affidare altre analisi ad un laboratorio specializzato, in grado di classificare il tipo di rifiuto e poterlo così smaltire in discarica nei modi previsti dalla legge. Le guardie costiere neroniane, vista la strana chiazza sulla battigia dei Marinaretti, all’altezza del civico 125 di via Gramsci, chiesero l’intervento dei tecnici dell’Arpa Lazio, che prelevarono dei campioni di quel materiale. A metà giugno, l’Agenzia regionale di protezione ambientale inviò poi l’esito delle analisi al Comune del Tridente, specificando che si trattava sicuramente di un composto a base di cera, di un rifiuto pericoloso, ma senza aggiungere molto di più. L’ente locale intanto aveva fatto rimuovere tutta la sabbia contaminata dalla società Ipi, che a Nettuno si occupa di igiene urbana. Il misterioso rifiuto è stato messo in dei sacchi. Ben settecento chili di materiale, accumulato nel centro di raccolta comunale e da smaltire in discarica. Prima però va fatta chiarezza sulla classificazione di quei rifiuti altrimenti smaltirlo è impossibile. E a tal fine il Comune ha ora assegnato l’incarico a una società di Cisterna. Resta infine da capire quale sia stata la fonte dell’inquinamento ai Marinaretti, oggetto di indagine da parte delle guardie costiere neroniane.