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La madre di David Calabrò chiede giustizia per il figlio, investito e ucciso in strada

David Calabrò con i genitori

La madre di David Calabrò, 46 anni, di Nettuno, investito e ucciso in strada mentre era in bicicletta, chiede giustizia per il figlio e sta preparando una proposta di legge che modifichi il testo sull’omicidio stradale.
Tre mesi fa, lo ricordiamo, David è stato travolto ed ucciso a Cisterna, mentre con un’amica era in bicicletta. Il suo investitore non si è fermato a prestare soccorso ed è fuggito.
A soccorre David l’amica ciclista che era con lui e il conducente di un furgone che hanno assistito alla drammatica scena. L’arrivo dei soccorsi e dell’ambulanza, purtroppo, non è bastato a salvare David. Immediatamente sono iniziate le indagini della polizia per rintracciare l’auto che lo aveva investito e ucciso. In Commissariato a Cisterna, il giorno dopo, si è presentato un uomo di 80 anni, al volante di una Volkswagen Polo che ha confessato di essere il responsabile di quella morte. Gli agenti hanno verbalizzato la sua dichiarazione ed hanno posto sotto sequestro la vettura. L’uomo, anche a causa della sua età, non è stato sottoposto a nessuna misura restrittiva.
Una situazione di impunità inaccettabile per la mamma di David che chiede giustizia. La signora Daniela ha scritto all’onorevole Maschio, portando avanti la richiesta di rivedere l’attuale legge sull’omicidio stradale che non punisce l’involontarietà.
“Sto preparando, insieme ai miei legali, un testo di modifica alla legge sull’omicidio stradale, la quale non contempla la volontarietà del reato, fatto che a mio avviso depenalizza di tanto la colpevolezza di questi mostri, che non solo uccidono, ma scappano omettendo anche il soccorso. In prima istanza – sottolinea la signora Daniela – le chiedo un’interrogazione parlamentare sui tanti, troppi incidenti stradali che hanno visto la morte, purtroppo nell’ultimo anno di ben 84 ciclisti.
Le chiedo con il cuore in mano di aiutarmi e che la morte di mio figlio, come quella di tanti poveri ciclisti non sia stata vana e che la giustizia sia esemplare con la certezza della pena. Le allego due articoli apparsi sui quotidiani locali che ricordano la tragedia della quale siamo stati investiti. Le chiedo, se fosse possibile, un incontro per conoscerci e sviluppare meglio i contenuti della mia richiesta”.