La polizia municipale di Anzio ha proclamato lo Stato di agitazione. “In seguito all’impossibilità di avere un confronto serio con l’amministrazione comunale di Anzio sui problemi puntualmente segnalati in merito al contratto integrativo del Corpo di Polizia Locale, il 10 luglio è stato richiesto un incontro in Prefettura. Non sono bastate le segnalazioni, le richieste ufficiali e i tentativi di dialogo”. Lo sostengono in una nota stampa i sindacati FP CGIL e CSA. “In virtù di un contratto decentrato scaduto da circa 6 anni, il Corpo di Polizia Locale nei mesi di luglio e agosto prolunga il servizio, coprendo una fascia oraria notturna che va dalle ore 21.00 alle ore 24.00/01.00. Il servizio in questo modo si estende oltre le 12 ore consecutive previste dalla normativa regionale per i Comuni non capoluogo di Provincia – prosegue la nota dei sindacati – È evidente l’inadeguatezza di un contratto sottoscritto nel 2004. In questi 11 anni il contesto è fortemente mutato, la struttura si è depotenziata in termini di mezzi e personale a causa dei pensionamenti, dei trasferimenti presso gli uffici comunali e della mancata sostituzione. E parliamo di un centro turistico che nei mesi estivi vede le presenze sul territorio raddoppiate, sfiorando soglia 100mila. Gli agenti di Polizia Locale, operando sotto organico – in fascia oraria notturna 6 unità circa in servizio – non possono garantire la sicurezza in modo adeguato. Ben consapevoli delle necessità della Città, si sono resi disponibili come tutti gli anni a lavorare dopo le 21.00, in fascia oraria notturna, senza alcuna rivendicazione economica. La sola richiesta inoltrata all’amministrazione comunale è stata quella di un confronto serio su questioni evidenti a tutti, con l’obiettivo di rivedere accordi ormai obsoleti e trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza di cittadini e operatori. La risposta è stata di chiusura totale”. “Segnaliamo inoltre che nonostante l’esaurimento dei fondi per il pagamento dei turni effettuati la domenica, tali turni vengono comunque garantiti senza alcun accordo preventivo, quindi in assenza di garanzie sul pagamento e persino sul riconoscimento dei relativi riposi compensativi. Uno sforzo fatto nel bene della comunità. Finita la pazienza – concludono i sindacalisti – chiediamo all’Amministrazione un’assunzione di responsabilità che eviti il prolungarsi di una situazione umiliante per tutti gli uomini e le donne e gli uomini in divisa”.