Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Anzio stanno eseguendo un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere nei confronti di 6 uomini, tutti di nazionalità moldava, ritenuti responsabili dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di un connazionale trovato morto lo scorso 8 febbraio in un canale di scolo sulla spiaggia di Tor San Lorenzo, ad Ardea. Un delitto che fece impressione proprio per le modalità del ritrovamento e che si capisce oggi, era legato alla malavita dell’est.
Il corpo senza vita, in parziale stato di decomposizione ed in parte ricoperto dalla sabbia, era stato identificato grazie al rinvenimento della patente di guida intestata a Victor Sirbu, 55enne moldavo, la cui scomparsa era stata denunciata dal figlio circa un mese prima, inizialmente nel Paese d’origine e qualche giorno dopo anche in Italia.
L’attività investigativa dei Carabinieri di Anzio, coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri ed avviata nell’immediatezza del rinvenimento del cadavere, ha consentito da un lato di ricostruire in modo dettagliato i contorni della vicenda e, dall’altro, di accertare a carico degli indagati chiare responsabilità circa i reati loro contestati per aver procurato, a vario titolo, la morte del connazionale in seguito a violente e ripetute percosse e successivamente per aver occultato il suo cadavere.
Nel corso dell’attività di indagine, anche di tipo tecnico, è stato possibile riscontrare che il Sirbu era giunta a Roma subito dopo Natale per trascorrere qualche giorno a casa di un connazionale che conosceva da diversi anni. I due si conoscevano per aver condiviso una lunga detenzione in carcere per omicidio.
Il Sirbu avrebbe dovuto soggiornare a Roma solo pochi giorni, per fare rientro in Moldavia entro la fine dell’anno. Alcune testimonianze e l’analisi del traffico telefonico, ha permesso ai Carabinieri di accertare che il Sirbu era stato visto in vita l’ultima volta durante il periodo festivo allorquando si era recato unitamente all’amico e ad altri connazionali presso l’abitazione di una coppia di cittadini moldavi, situata in località Lido dei Pini di Ardea a meno di 1 km dal luogo in cui è stato poi rinvenuto cadavere.
Proprio qui, con un banale pretesto, ha avuto inizio una discussione accesa fra la vittima ed i connazionali presenti, circa 7-8 uomini, che si è svolta inizialmente nel giardino dell’abitazione e poi è proseguita sulla spiaggia dove l’uomo è deceduto. Gli aggressori, così come emerso anche nella consulenza medico legale, si sono scaraventati con violenza contro la vittima con il chiaro intento di ucciderlo. Lo hanno infatti colpito ripetutamente in più parti del corpo procurandogli delle fratture anche al volto con l’utilizzo di corpi contundenti, fra i quali verosimilmente un tirapugni nella loro disponibilità, lasciandolo poi agonizzante sulla spiaggia. Una volta portata a termine l’esecuzione del 55enne moldavo, gli indagati si sono sbarazzati del cadavere seppellendolo nel canale di scolo delle acque piovane dove poi è stato rinvenuto.
Grazie alla collaborazione informativa con le autorità di Polizia moldave, i Carabinieri di Anzio hanno accertato che il delitto in argomento è maturato in un contesto di criminalità organizzata di matrice russo-moldava operativo in quei paesi. I responsabili dell’omicidio appartenenti a tale gruppo criminale si erano da tempo trasferiti in Provincia di Roma ove erano specializzati nella commissione di furti ed estorsioni nei confronti di connazionali presenti in Italia. L’arrivo dalla Moldavia del Victor Sirbu è stato verosimilmente recepito come un turbamento degli equilibri interni all’organizzazione di stanza a Roma con le inevitabili ripercussioni sui ruoli e sulle posizioni delle figure che fino a quel momento avevano agito per conto del sodalizio.