Home Cronaca Anzio – Pronto soccorso, tutti al lavoro senza aria condizionata

Anzio – Pronto soccorso, tutti al lavoro senza aria condizionata

Questa mattina il Pronto soccorso dell’Ospedale Umberto I di Roma è in stallo. Si è rotto l’impianto dell’aria condizionata e gli operatori hanno scritto alla sede del 118 invitando a “indirizzare altrove i pazienti ove possibile”. Una disagio di non poco conto, certo, ne sanno qualcosa infermieri, personale e degenti del Pronto soccorso degli ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno, in cui l’impianto non funziona dallo scorso mese di maggio (e quando funziona non può essere acceso perché, in alcune sale crea una fastidiosissima condensa) e in cui nessuno si è sognato di dirottare pazienti e situazioni in altre strutture. Il personale dell’ospedale di Anzio lavora, e bene, con doppi turni, in condizioni strutturali critiche e fronteggiando una mole di lavoro che nei mesi estivi continua a crescere (nel solo mese di giugno il pronto soccorso ha registrato la cifra record di 2957 accessi). Ora la questione delle ferie (obbligatorie e necessarie) ha imposto l’accorpamento di alcuni reparti. Un accorpamento, lo ricordiamo, che si verifica ogni anno e che è necessario proprio a poter offrire lo stesso servizio con il personale in calo che di norma non crea particolari disagi ma che sembra aver risvegliato la coscienza della classe politica locale che da troppo tempo resta a guardare il progressivo impoverimento dei servizi dell’ospedale locale (che, lo ricordiamo, serve un bacino di utenti di 120mila persone). Resta evidente che il Pronto soccorso di una struttura sanitaria del litorale, durante la stagione estiva è soggetta a maggior lavoro rispetto, ad esempio, agli ospedali dei Castelli e rispetto al suo standard generale. Prevedere dei rinforzi (e non un calo delle presenze legato alle ferie) sarebbe una buona soluzione organizzativa ma a quanto pare di difficile attuazione. Da oltre trent’anni, le persone che si sono succedute alla Regione Lazio (prontissima tagliare e fornire indicazioni e diktat su chiusure, spostamenti e tagli continui in un settore ormai al limite della sopportazione) non solo non sembrano essere state in grado di capire un fatto semplice come la necessità dei rinforzi estivi ma hanno grandi difficoltà in questioni pratiche come garantire la manutenzione degli impianti e il corretto funzionamento delle strutture ospedaliere non solo a salvaguardia degli utenti ma anche del personale, costretto ad operare in situazioni di stress e criticità continua, spesso sostenuto soprattutto dalla passione per questo lavoro.