Mentre l’inchiesta su un traffico di droga e armi tra Anzio e Nettuno è approdata in Tribunale, due giovani rimasti subito coinvolti nelle indagini relative al commercio illegale di pistole e fucili tornano a rischiare la galera. L’ordinanza di custodia cautelare emessa il 14 ottobre scorso a carico di A. G. e A. L., di 24 e 23 anni, entrambi di Anzio, era stata annullata dal Tribunale del Riesame, ma la Procura è ricorsa in Cassazione e il ricorso è stato accolto dalla Suprema Corte, che ha disposto un nuovo pronunciamento del Tribunale della libertà.
Dopo l’arresto del 26enne D.M. che ha collaborato con le forze dell’ordine, L. e G. ed altri erano stati accusati di aver acquistato dal primo, incensurato, delle armi per poi rivenderle alla malavita romana. Nel ricorso in Cassazione, gli inquirenti hanno evidenziato che, nella memoria del cellulare di G. era stata trovata un’immagine che lo ritraeva mentre imbracciava un fucile a pompa, che in camera sua erano stati trovati un fucile e cartucce acquistate dal 26enne e che la fidanzata, il giorno del fermo, aveva cercato di far sparire un caricatore bifilare. Per L. è stato sottolineato invece che era stato trovato in possesso di una cartuccia. Sono state quindi ricordate le dichiarazioni del 26enne, sulle richieste di armi ricevute dai due e il pestaggio subito quando non aveva rispettato “gli ordini”. Argomenti che hanno convinto i giudici della Corte di Cassazione a rivalutare la decisione sulla libertà.