Stop all’abbattimento del cosiddetto ecomostro al porto. Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello della Marina di Nettuno e bocciato l’ordinanza emessa dal Comune tredici anni fa. Quando venne realizzato l’edificio polifunzionale, poi definito ecomostro, gli ambientalisti diedero subito battaglia e la Procura di Velletri aprì un’inchiesta, sequestrando le opere ritenute abusive.
Nel 2009 lo stesso Comune dispose la demolizione dei manufatti incriminati, ma gli abbattimenti non vennero eseguiti. All’inizio del 2014 il Tribunale di Velletri condannò a dieci mesi di reclusione, con le accuse di abuso d’ufficio, falso e abusivismo edilizio, l’ex amministratore delegato della “Marina di Nettuno”, società che ha in concessione la gestione del porto, Giuliano Valente, e l’ex dirigente comunale Giampiero Quatrini, imponendo anche la demolizione degli abusi edilizi e il risarcimento per il Comune, costituitosi parte civile.
Un processo per cui in appello sono scattati i proscioglimenti per intervenuta prescrizione. I giudici avevano appurato che l’edificio polifunzionale era stato realizzato in maniera difforme rispetto al permesso a costruire, con una diversa dislocazione degli spazi interni e un aumento della volumetria, in un’area gravata dai vincoli paesistico, ambientale e del demanio. Contro l’ordine di demolizione, la “Marina di Nettuno” aveva fatto ricorso al Tar del Lazio, che aveva confermato gli abbattimenti. Ora la decisione del Consiglio di Stato di annullare l’ordinanza. Ora il Comune di Nettuno deve rivalutare il caso e concludere i procedimenti di sanatoria ancora pendenti.