E’ l’associazione di Polizia locale il Fuori coro ad inviare una mail al Sindaco di Nettuno, al Presidente della Regione Lazio, al comandante della Polizia locale di Nettuno, al Presidente Anci per esprimere solidarietà agli agenti aggrediti da un No vax ma anche per sottolineare che non si può andare avanti cosi.
“Egregio Signor Sindaco ed Ill.mo Comandante della Polizia Locale del Comune di Nettuno, chi Vi scrive è il Fuori Coro, una compagine di ufficiali ed agenti della Polizia Locale appartenenti a vari Comuni d’Italia. Non siamo un gruppo politicizzato né facciamo attività sindacale, siamo solo uniti dalla passione per il nostro lavoro per il quale promuoviamo iniziative ed attività volte al riconoscimento della nostra categoria spesso sottostimata e poco apprezzata.
Abbiamo appreso da vari quotidiani on line che un Agente del Comando di Polizia Locale del Comune che Voi rappresentate, è stato ingiuriato ed aggredito da un 21enne no-vax che con il suo comportamento, ha fatto molto parlare di sé e procurato non poco lavoro ai colleghi della Locale nettunese. Questo soggetto infatti, convinto no-vax in giro senza la prescritta mascherina a contrasto del Covid, alla richiesta di indossare il dispositivo di protezione succitato e di fornire le proprie generalità, per tutta risposta, ha dapprima oltraggiato un collega per poi aggredirlo fisicamente. Sostenuto ed aiutato in cotanta manifestazione di inciviltà ed arroganza anche dalla madre e dal fratello, questo 21enne è stato poi denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e, lui ed i suoi familiari, sanzionati per il mancato uso del dispositivo di protezione anti Covid. Ospedale e cure mediche per il collega aggredito e denuncia per questo intemperante soggetto che dovrà adesso rendere conto al sistema giudiziario del suo assurdo comportamento. Storie di ordinaria violenza e protervia nelle quali dobbiamo constatare come purtroppo, ancora una volta, la Polizia Locale e chi la rappresenta sia stata presa a bersaglio da individui refrattari a qualsiasi ordine e norma civica; la lista delle aggressioni è lunghissima ed anche l’antica città di Nettuno non è stata esentata da questi atti di violenza ingiustificata e feroce. Rimane la consapevolezza di lavorare per il bene della comunità e per il buon ordine sociale, uno dei fondamentali pilastri sui quali si basa una società evoluta come la nostra che certamente non riconosce, e come potrebbe farlo, chi si arroga il diritto di trasgredire a qualsiasi codice sia esso della strada, giuridico od etico comportamentale e pretendere poi di accampare ragioni con il turpiloquio, con le percosse o con le minacce nei confronti dei colleghi “rei” di compiere il loro dovere. Per questi motivi, il Fuori Coro, vuole manifestare a Voi ed al nostro fratello della Polizia Locale rimasto ferito nello scontro con questo diciamo, “esuberante giovanotto” senza regole e senza educazione, piena solidarietà ed emotiva compartecipazione; purtroppo la maleducazione, l’arroganza e la mancanza di rispetto, non sono mai tollerabili e sono piante sempreverdi che non conoscono avvizzimento. Pronta guarigione dunque per il nostro amico e collega che sappiamo far parte di un Comando sempre molto professionale ed operativo. Tra le tante domande comunque ancora insolute, rimane la solita questione delle situazioni di pericolo e delle aggressioni delle quali siamo vittime e per ciò che è accaduto a Nettuno, ma che accade ogni giorno in tutto il Paese, ribadiamo che occorrono nuovi strumenti di protezione e difesa, con la facoltà di usare gli stessi, per la nostra e l’altrui incolumità. Più precisamente, ci chiediamo: se il collega in questione avesse avuto a disposizione un taser per bloccare sul nascere le iraconde esternazioni del tipo di cui sopra, sarebbe dovuto ricorrere alle cure mediche per le sue ferite? No, sicuramente no. Avremo avuto il collega incolume ed un esempio per tutti coloro che ci aggrediscono senza la minima paura che noi si possa reagire; un colpo di taser dunque, avrebbe rimesso in ordine idee, comportamenti e stili di vita perché lavorare così come stiamo lavorando, è assurdo, pericoloso e inaccettabile”. A chiudere la lettera le firme di tutti gli associati, oltre 1000.