Anziana morta in casa di riposo, quattro dipendenti di Anzio e Nettuno a processo

La vittima si chiamava Elisabetta Pinna e morì nel 2010 dopo essere stata ospite presso la casa di riposo Villa Sant’Andrea di Aprilia. Ora il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Matilde Campoli, ha disposto il rinvio a giudizio di cinque imputati, tra responsabili e dipendenti della casa di riposo apriliana, accusati di omicidio volontario, tra cui tre dipendenti residenti ad Anzio e Nettuno perché, secondo l’accusa, la donna 89enne fu lasciata senza mangiare né bere e non furono adeguatamente curate le piaghe della donna che degenerarono. Anche per il gup quello dell’anziana è stato infatti un delitto volontario, come dimostrerebbe anche il referto dell’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno che accolse la donna quando le sue condizioni di salute precipitano. Gravissime le sue ferite che la porteranno alla morte, un mese dopo, presso l’ospedale di Gallarate.

Secondo il Pubblico ministero Pigozzo, Elisabetta Pinna sarebbe stata lasciata a “Villa Sant’Andrea” senza adeguata assistenza, senza alcuna supervisione medica, nonostante si trattasse di una donna che non riusciva più a camminare, a causa di una frattura femorale, vittima di cardiomiopatia e morbo di Alzheimer. La 89enne sarebbe stata lasciata a letto, immobile, senza mangiare e senza bere, senza che le venissero curate le piaghe che le si andavano formando, fino a che hanno assunto una dimensione di 20-25 centimetri. Le condizioni della donna, sempre per gli inquirenti, sarebbero poi state nascoste alla nipote, Antonella Porcu, coprendola, in occasione delle visite, fino al collo con la coperta. Sarebbe stato impedito anche al medico di base di visitare l’89enne.

Imputate nel processo che inizierà il prossimo 19 ottobre, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina, l’infermiera G.P., 56 anni, residente a Nettuno, L.L., 63enne di Nettuno, dipendente della struttura per la terza età, N.B., 29 anni, di Nettuno, operatrice socio-sanitaria, e C.M., 65 anni, di Anzio, operatrice tecnica addetta all’assistenza, oltre ad A.Q., al timone della società “Asclepio 84”, 70enne di Aprilia, che gestiva la casa alloggio “Villa Sant’Andrea”.