I Nethuns e gli Enosigei sono tornati con un nuovo spettacolare evento portando sul palco dell’Oratorio di Santa Barbara, a Nettuno, la grande letteratura italiana e internazionale. Una nuova iniziativa, fresca, perché “Li famo diventà tutti nettunesi” è stato un evento che ha riscoperto i grandi classici della letteratura proposti in nettunese.
Gli enosigei, questa volta, si sono dati appuntamento giovedì scorso, hanno allestito tutto nel dettaglio: costumi, palco, musica, pittori, buffet e l’immancabile vino cacchione. Dopo mesi di preparazione tra traduzioni e selezioni, gli enosigei hanno portato sul palco le poesie, quelle dei grandi autori che tutti conosciamo, per recitarle in nettunese. Sul palco nelle vesti di conduttrice è salita Daniela De Franceschi con il coordinamento di Simonetta Ottolini, chiamando a recitare sul palco i tantissimi nettunesi che si sono cimentati nella poesia e nella traduzione.
Le poesie sono state divise per temi come la vita, la morte, il divino e il fantastico, l’amore e la natura; temi tutti accompagnati dagli intermezzi musicali del cantante Tony Cortese e del musicista Gino Colaceci.
Sul palco poi si sono susseguiti Maurizio Stasi, Rosalba Ottolini, Sandra Liberati, Anna Maria Ruisi, Tina Cocco, Marinella Marocca, Roberto Colarossi, Luciana e Jolanda Bellobono, Michele Cioffi, Anna Panariello per recitare le poesie tradotte da Stefania Cibati, Roberto Andreozzi, Carlo Conte, Lucia Catacci, Brunella Costantini, Pina Arena, Novella Belleudi, Dalia Pietrangelo, Daniela Casaldi e Domenico Nardò.
L’obbiettivo di questa spettacolo è quello di non perdere le tradizioni nettunesi partendo dal dialetto.
La conduttrice Daniela De Franceschi racconta sul palco che sono stati a partecipare inviando le loro traduzioni, ma pochi rispettavano la prerogativa di una traduzione attenta e autentica. Purtroppo il dialetto si sta perdendo sempre di più di generazione in generazione, da qui l’impegno degli Enosigei per tramandare un linguaggio immediato ed efficace che ha una propria storia lunga secoli e che in versi non suona per niente male. L’obbiettivo degli enosigei, come sempre, è quello di scuotere le coscienze dei nettunesi che stanno perdendo il legame con il loro territorio ed anche questa volta sono riusciti con inventiva a creare un evento che portasse tanti spettatori ad interessarsi a Nettuno ed alla sua storia.