Ventinove perquisizioni e quattro ordini di custodia cautelare è il risultato di una vasta operazione della Polizia di Stato coordinata da Milano e giunta fino a Nettuno, ma che si snoda anche a livello internazionale. Le accuse mosse dagli inquirenti sono scambio per via telematica di materiali illeciti a carattere pedopornografico con anche pesanti violenze ed atti sessuali in danno di bambini di età inferiore anche a 10 anni e di altri minori costretti tra di loro o con animali.
Questa fitta rete internazionale dedita alla pedopornografia e alle violenze toccherebbe in totale 233 utenti tra i 29 italiani citati in apertura. I quattro arrestati risultano essere un sacerdote di Alassio, due disoccupati e un operaio di Bordighera.
Gli utenti attivi operavano in 11 località italiane tra cui anche Nettuno e Pomezia. I vari commissariati locali delle zone coinvolte hanno sequestrato computer, smartphone e dispositivi informatici ritenuti di estremo interesse ai fini della prosecuzione delle attività degli investigatori milanesi. Le indagini, avviate nel 2012 e condotte per circa un biennio, hanno avuto inizio monitorando gli spazi pubblici di alcuni siti web e in particolare taluni servizi di condivisione di immagini i cui criteri di raccolta e di proposta di visione tra certi utenti lasciava intravedere atteggiamenti sospetti per l’insistente richiamo a pose di minori.
Con il supporto del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e con l’attivo ruolo del Segretariato Generale dell’Interpol di Lione è stato possibile inviare, a 35 Paesi dei cinque Continenti interessati dalle indagini, le informazioni relative a 204 utenti stranieri già individuati dal Compartimento di Milano nel corso delle attività investigative, per valutare, spiega la polziia, appropriate azioni in accordo alle legislazioni interne. Le operazioni in campo internazionale hanno già restituito i primi riscontri sul coinvolgimento di cittadini stranieri nella produzione e nella diffusione di materiali pedopornografici.