Ricorre oggi la Giornata della donna o più semplicemente Festa della donna. Una ricorrenza nata per ricordare le battaglie portate avanti nei secoli, a costo di grandi patimenti (carcere, esclusione sociale, aggressioni, mutilazioni) per ottenere pari diritti con gli uomini. Diritto di voto, allo studio, al lavoro, alla pari retribuzione (ancora siamo lontani) diritto a scegliere se avere una famiglia e dei figli, oppure no, diritto a scegliere come vestirsi e cosa fare della propria vita. Diritto ad essere indipendenti e libere insomma e non “in custodia” a una famiglia o ad un uomo. Discorsi che sembrano datati come le tante conquiste ottenute socialmente e su carta, almeno nel mondo occidentale (le condizioni dell’universo femminile in alcune religioni, società e parti del mondo è un discorso a parte troppo complesso da affrontare in poche righe), ma a ben guardare tanto c’è ancora da fare anche nella nostra di realtà. Poche donne in politica, poche donne di potere, poche ai vertici delle imprese, dell’economia.
Non mancano donne che in ogni campo si sono distinte così come non mancano i problemi che frenano questa parità di opportunità per la massa del popolo femminile e avvantaggiano gli uomini nella carriera e nella socialità, in quel percorso che porta ad una piena realizzazione e indipendenza. Manca invece la volontà di risolverli questi problemi, solo in parte riconosciuti e presi in considerazione. Si lavora alle “quote rosa” in quasi ogni campo dove spesso a decidere sono comunque gli uomini, più liberi dagli impegni familiari e domestici, ma resta il fatto che una vera evoluzione è un percorso sempre personale. Ogni libertà e diritto vanno pretesi e conquistati. Oggi poi, in cui la violenza di genere è argomento mediatico di grande interesse con la creazione di apposito reato, come il “femminicidio” il dibattito si è involuto e si guarda meno ai diritti (tipo riuscire a conservare il posto di lavoro se si decide di essere madri) e più ai problemi pratici, in alcuni casi legati alla sopravvivenza. Tanto ci sarebbe da dire sulla realtà che viviamo e su quella che vorremmo vivere e bello sarebbe in questo giorno riflettere proprio su che tipo di società più giusta e a misura anche delle donne potremmo creare con un po’ di impegno per riuscire a conciliare ambizione, famiglia, cura dei figli, talenti e idee che spesso non trovano il giusto sfogo. Magari con il tempo riuscendo a superare il discorso di genere e a considerarci tutti persone che, infine, devono avere pari accesso alle opportunità della vita. Oppure possiamo farci regalare mimose e cioccolatini, passare una serata con le amiche o in discoteca allietando il tutto con alcol e giovani poco vestiti. Ognuno festeggia come può, come vuole con lo spirito che meglio crede. Almeno in questo pare, siamo già tutte libere. Auguri quindi a tutte.