Home Attualità Addio a Paolo Villaggio, due anni fa a Nettuno disse rivolto ai...

Addio a Paolo Villaggio, due anni fa a Nettuno disse rivolto ai giovani “scappate”

E' scomparso all'età di 84 anni Paolo Villaggio, l'indimenticabile Ragionier Fantozzi, lavoratore "sfigato" inventore della famosa nuvola

Paolo Villaggio a Nettuno

E’ scomparso all’età di 84 anni Paolo Villaggio, l’indimenticabile Ragionier Fantozzi, lavoratore “sfigato” inventore della famosa nuvola e narratore di una vita di lavoro tra abusi, fatiche e miserie umane che riescono anche a far tanto ridere. A luglio di due anni fa Villaggio era stato ospite al Porto di Nettuno, nell’ambito della manifestazione “Live in Nettuno”, organizzata dalla Proloco Forte Sangallo, l’evento era stato battezzato “Nettuno incontra Paolo Villaggio”.

L’attore, comico, scrittore, sceneggiatore e doppiatore italiano, aveva intrattenuto il pubblico presente con la sua verve contagiosa nonostante l’età avanzata e conquistò tutti con la sua ironia dissacrante, coinvolgendo attivamente tutti coloro che erano in platea.

Per circa due ore Villaggio, sul palco con il giornalista Pino Strabioli, parlò di sé, della sua vita artistica e privata, narrando la sua intensa collaborazione con Fabrizio De André, con il quale aveva dato vita a numerose canzoni, in un rapporto di amicizia fatto di complicità ed intesa. Ricordò tanti suoi colleghi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, descrivendoli nella loro intimità, dando modo al pubblico di entrare un pochettino a far parte della vita di questi mostri sacri del cinema italiano. Con naturalezza e semplicità parlò di tutto, anche di politica, magari con un velo di tristezza. Rivolto ai ragazzi disse: partite: anche “con una valigia di cartone come fecero i vostri trisavoli”. “In Italia – ha detto – non c’è futuro”. Per tentare fortuna altrove, e trovare la tanto agognata felicità. E proprio la felicità è stata protagonista di un aneddoto della sua vita privata che l’attore ha condiviso con il pubblico: “ mia moglie aveva quindici anni – racconta Paolo Villaggio – eravamo in un boschetto, dove vi erano molti pitosfori, profumatissimi. Ad un certo punto, resomi conto che eravamo attorniati dalle lucciole, andai a cercare un bicchiere per poterle prendere… le riuscii a catturare per poi metterle sul palmo della mia mano, e con quella luce artificiale e magica, poter guardare il volto di quella giovanissima ragazza. Non avevo mai visto niente di simile, di così bello per me, sul suo viso una miriade di efelidi rendevano il volto ancora più attraente. Si, in quel momento ho vissuto la vera felicità”. E non poteva infine non parlare di Fantozzi. “Fantozzi è l’uomo debole, timido che è in me, e che rappresenta il 90% della popolazione. Fantozzi non ha talento, e lo sa. Non si batte per vincere né per perdere ma per sopravvivere. E questo gli permette di essere indistruttibile. La gente lo vede, ci si riconosce, ne ride, si sente meglio e continua a comportarsi come lui”.