Autorità Religiose, Civili e Militari, Concittadini,
La festa del 25 aprile, pur in un periodo della nostra storia caratterizzato da questioni di grande rilevanza per l’avvenire della nostra Comunità nazionale e di quella internazionale, a causa della gravissima crisi politica, economica, sociale e antropologica che attraversiamo, è comunque un anniversario irrinunciabile per ribadire le ragioni della coesione nazionale sulla base dei valori forti, indissolubilmente legati alla Resistenza e alla Liberazione dal giogo di chi volle entrare in guerra. In quest’ottica, la Festa del 25 aprile esprime oggi, ancor più che nel passato, proprio per la presenza di forze disgregatrici e di tendenze egocentriche fortemente lesive dei valori democratici di uguaglianza e fratellanza, la volontà di contrasto ad ogni forma di oppressione e potenzia il recupero della fierezza e dell’identità italiana.
La Resistenza è la strada morale che suona condanna a ogni forma di sopraffazione e di violenza e invita ad assumere come stile di vita non solo la lotta alla barbarie e alle ideologie di morte, ma soprattutto l’uguaglianza di tutti i cittadini, il rispetto del dibattito democratico costruttivo, la libera circolazione delle idee con l’obiettivo esclusivo del bene comune.
Solo nella libertà e nella dialettica democratica, può esserci vera e duratura riconciliazione, ben al di là di astiose contrapposizioni e incomunicabilità.
Nel confronto libero e aperto, si può progettare il futuro, che oggi ci appare pieno di ombre, proprio perché le carenze di solidarietà hanno creato sperequazioni inaccettabili. Non è senza significato, da questo punto di vista, che la nostra Costituzione (“la più bella del mondo”, come è stato detto e ripetuto), fondata sulla libertà, sulla giustizia, sulla pace e sulla solidarietà, sia figlia della Resistenza, la quale, proprio riguardo alla libertà, ci insegna che essa non è un valore gratuito o una condizione definitivamente acquisita, ma un ideale da riconquistare in continuazione, giorno dopo giorno.
Certamente, in questo giorno di festa, abbiamo il dovere di interpretare la Resistenza nel suo senso pieno, non di guerra civile, ma di lotta patriottica, in forma dunque massimamente inclusiva di tutti coloro che si riconoscono nell’Italia libera e democratica.
La ricorrenza del 25 aprile chiama il popolo a vigilare, nell’unità, per salvaguardare i traguardi storici raggiunti dalla democrazia italiana, promuovendo azioni per lo sviluppo e arginando le forze della disgregazione e della discordia, che deturpano il volto del sano e corretto sviluppo della nostra società.
Ebbene, quei momenti terribili di oltre 70 anni fa, grazie alla prospettiva storica che ormai ci delinea la verità dei fatti al di là delle passioni del momento, ci dicono che lo sbarco degli Alleati nelle nostre coste ha segnato un singolare e traumatico passaggio epocale, denso di disagi e di desolazione, che anelava agli ideali che, subito dopo, trovarono ampio spazio nella Resistenza.
La Festa del 25 aprile ha dunque anche una valenza di sollecitazione in direzione di una presa di coscienza politico-culturale unitaria, nonché verso una globale assunzione di responsabilità, per un futuro dignitoso di Nettuno, dell’intera Italia e della sua gente.
Viva la Resistenza! Viva l’Italia! Viva la nostra bella Nettuno!
Il Sindaco: dott. Angelo Casto
P.s.: … e qui mi viene in mente una canzone del grande Edoardo Bennato “A cosa serve la guerra” … la guerra NON serve mai … (https://m.youtube.com/watch?v=2Y58ucBP_qg)