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Calcio e inclusione: la bella storia dello “speciale” Nicolò e del suo Falasche

La famiglia Corsi: "Grazie alla società sportiva GSD Falasche: con loro nostro figlio, diversamente abile, si sente incluso ed è parte di una squadra"

Sono tante e significative le parole spese dalla famiglia Corsi per ringraziare l’intero staff del Falasche Calcio, che da diverso tempo ha accolto il figlio, il piccolo Nicolò, che ha la sindrome di down, tra i giovani atleti della società, permettendogli di sentirsi parte di una realtà sportiva e di un gruppo di amici, e favorendo quotidianemente la sua integrazione con grande abilità e delicatezza:

Il piccolo Nicolò Corsi

“Come genitori di tre figli – spiegano Tiziana Cappelli e Sandro Corsi, genitori del piccolo Nicolò – abbiamo sempre pensato che lo sport fosse un potente strumento educativo e formativo, fondamentale nello sviluppo fisico e sociale dei nostri figli. Siamo convinti che, attraverso lo sport, i nostri figli potranno conoscere loro stessi e il proprio corpo acquisendo, attraverso la pratica sportiva, le regole sociali in modo da favorire l’integrazione con il resto della comunità.
Nicolò, uno dei nostri figli, è diversamente abile… ha la sindrome di down: per alcune persone pensare di avere un figlio con disabilità significa avere una sfortuna, ma noi possiamo testimoniare quanto questo non sia vero, anche se non nascondiamo che, a volte, sia difficile e faticoso.
Avere un figlio con disabilità è un’opportunità di crescita anche per la famiglia, in quanto consente di vedere oltre il concetto di normalità, dando un nuovo e autentico senso alla vita.
Purtroppo, a volte, è difficile crescere un figlio in un mondo che ancora, in molti ambiti, sembra non considerare il diversamente abile alla pari di un normodotato e lo sport, in alcuni casi, diventa uno di questi settori.

Per questo motivo oggi ci sentiamo di ringraziare di vero cuore la Società Sportiva GSD Falasche e nello specifico i dirigenti Antonino Magliozzi, Gianluca Nicolò, Alberto Alessandroni, Evaldo Malgieri, Clemente Neroni e gli allenatori Giampiero Cherubini e Luciano Bottoni che hanno accolto nostro figlio, con affetto ed entusiasmo, tra i bambini della scuola calcio.
Grazie a loro,  nostro figlio è parte di una squadra, si sente incluso e non escluso, si integra con i suoi coetanei.
Perché lo sport non è solo gioco e socializzazione, ma anche rispetto delle regole per favorire una reale integrazione nella comunità.

Lo sport è un veicolo privilegiato nell’integrazione perché assegna, a ciascuno, un ruolo preciso in un contesto di squadra, riuscendo ad abbattere le barriere e i muri che si creano all’esterno. Nello sport tutti sono uguali e l’integrazione è l’obbiettivo; lo sport è la fonte e il veicolo per l’inclusione sociale. Grazie scuola calcio del GSD Falasche: con voi, nostro figlio, potrà crescere nel pieno rispetto di se stesso e degli altri, abbattendo le barriere del pregiudizio, dell’intolleranza e della paura delle diversità”.