“Nella giornata dell’8 marzo ritengo doveroso ritornare sulla vicenda delle sei lavoratrici della cooperativa di pulizie presso il Comune di Nettuno compresa mia sorella, una ragazza disabile dalla nascita, che grazie a questo lavoro, pur con tutte le sue difficoltà, era riuscita a ritagliarsi un piccolo spazio nella società, licenziate dalla Cooperativa dopo oltre venti anni di lavoro, ma il cui principale responsabile è l’attuale Amministrazione Comunale che le ha vergognosamente ignorate pensando di risanare le casse comunali e soprattutto abbandonandole a loro stesse, senza proporre alternative”.
A scrivere un intervento durissimo la sorella di una delle sei lavoratrici, tutte donne, in età avanzata e a basso reddito, di difficilissima ricollocazione sul mercato del lavoro. “Per l’Amministrazione queste sei cittadine è come se non fossero mai esistite. In un paese civile, prima di tutto si guarda al bene cittadini, nel loro caso, chiuso il rapporto con la cooperativa, andava salvaguardato il posto di lavoratoro. Purtroppo mi duole dirlo, Nettuno non è un paese civile, perché chi lo governa ha calpestato i diritti di sei donne, tra cui una disabile, sei oneste cittadine, che continuano a chiedere soltanto di riavere il loro lavoro. Mi rivolgo alle donne che fanno parte dell’Amministrazione Comunale, oggi, nel giorno della nostra festa, provate a fare un esame di coscienza, chiedete a voi stesse se avete agito nel giusto. Buon 8 marzo”.