Si è tenuta nella giornata di oggi una riunione del Cda della Capo d’Anzio. Una riunione di fine anno di quelle che non si dimenticano in cui il presidente, l’avvocato Alessio Ciro Mauro e l’amministratore delegato Antonio Bufalari, hanno potuto comunicare ai soci due notizie importantissime. La prima è che il ministero ha finalmente concesso il via alla realizzazione del nuovo porto che a questo punto sembra realistico pensare, vedrà la luce, nel 2017 con l’apertura del cantiere. Non solo, l’AD ha presentato anche il piano economico finanziario che in tempi strettissimi, quindi entro gennaio, verrà presentato alla Cassa depositi e prestiti per ottenere il finanziamento che garantirà la realizzazione di un’opera totalmente pubblica. Sempre nei primi mesi del nuovo anno si potrà pubblicare il bando di gara che sarà, lo ricordiamo, un bando d’opera, decisamente più semplice di quelli che prevedono anche la gestione che resterà in mano alla Capo d’Anzio. Sono quindi pochissimi i passaggi ancora da fare per arrivare alla definizione ultima del progetto e alla sua cantierabilità. Il 2017 sembra quindi l’anno buono per l’avvio di un’opera che la città attende vent’anni. L’unica indicazione arrivata dal ministero rispetto alla procedura di VIA riguarda l’adeguamento del progetto ( si tratta di un puro atto formale) a due nuove normative del 2016. “Un successo – ha detto l’avvocato Bufalari – e un risultato a cui hanno partecipato in tanti nel corso degli anni. La documentazione è pronta e davvero nulla più sembra d’ostacolo alla realizzazione di questo progetto”. Tutte le procedure, lo ricordiamo, su richiesta del presidente Alessio Ciro Mauro, saranno seguite dall’Anac, l’autorità anticorruzione, che vigila sui contratti di appalto pubblici che con una lettera formale ha accettato di visionare tutti i bandi e i contenuti del progetto nell’interesse collettivo, con l’obiettivo di ridurre al minimo possibili infiltrazioni e possibili contese che potrebbero causare ritardi di cui non si sente davvero il bisogno, nell’ottica della massima trasparenza e di una vigilanza continua, su un appalto di rilievo che certamente può scatenare interessi anche non legittimi.