Home Attualità Nettuno – Le Associazioni lasciano i Bagni Belvedere

Nettuno – Le Associazioni lasciano i Bagni Belvedere

“Ormai è dal 17 agosto che le bandiere delle Associazioni che hanno aderito e lavorato al progetto “Un Mare Diverso” presso i Bagni Belvedere non sventolano più sulla spiaggia, su quel presidio di legalità e giustizia sociale che si è costruito a seguito del sequestro, stringendo rapporti con i bagnanti, con i lavoratori, con le istituzioni del territorio e con chiunque si sia avvicinato per capire i motivi della nostra presenza”. Lo scrivono in una nota stampa le associazioni, AGESCI Gruppo Anzio-Nettuno, AIFO Latina, Azione Cattolica della Diocesi di Albano, CNGEI Sezione Anzio-Nettuno, Centro Sportivo Italiano, Libera Presidio “Don Cesare Boschin” Anzio-Nettuno, Pontum Associazione Interculturale.

“Abbiamo atteso a lungo prima di fare questo comunicato in quanto aspettavamo delle risposte dalla Cooperativa Formula Sociale, attuale gestore dello stabilimento, sul perché abbiano dato l’ordine di togliere le nostre bandiere, presenti già da oltre una settimana, in modo plateale, di fronte a bagnanti e lavoratori. Come Associazioni mai ci saremmo aspettate di venir allontanate in quel modo, da un rappresentante della Cooperativa alla quale è stato affidato il bene su mandato dello Stato, soprattutto a seguito dell’impegno di operare presso i Bagni Belvedere da noi condiviso di fronte all’Amministrazione Comunale di Nettuno e all’Amministrazione Giudiziaria.

Purtroppo, preso atto che nessuno fino ad oggi ci ha fornito le motivazioni su quanto accaduto, con la piena responsabilità e senza la pretesa di creare alcun disagio, ci sentiamo moralmente in dovere di portare a conoscenza la cittadinanza di Nettuno che tutte le Associazioni di volontariato coinvolte non sono più presenti ai Bagni Belvedere né con il presidio di legalità né con le attività di animazione. Ribadiamo che non ci sono state fornite valide motivazioni su quanto accaduto nonostante da noi richieste per iscritto.

Ci rendiamo conto delle numerose problematiche che devono essere affrontate da chi decide di prendere in carico un bene sequestrato per conto dello Stato e dovrebbe quindi valorizzarlo al meglio, partendo dalla conoscenza del territorio, perciò non possiamo far altro che attendere delle risposte, confermando comunque che l’impegno di conoscenza e analisi del nostro territorio continuerà ad essere perseguito dalle associazioni che fanno della legalità e della giustizia sociale la loro bandiera”.