L’Associazione Fare Verde, nucleo Anzio-Nettuno ha protocollato un documento presso la regione, all’attenzione dell’Arpa Lazio e del Comune di Anzio, contenente la rilevazione, anche in termini giuridici specificatamente inerenti il diritto ambientale, di criteri generali e particolari per le certificazioni obbligatorie necessarie ai fini della costruzione di impianti biogas e biomasse. Secondo l’associazione, in base a questo documento che porta all’attenzione degli organi preposti i criteri ambientali che devono essere rispettati dagli impianti, “tutte le certificazioni possono essere minate da una quasi sicura e fisiologica revoca, poiché non più conformi agli standard ed alle qualità richieste legate all’esigenza regolamentata dal legislatore”: in altre parole gli impianti in questione non rispetterebbero i limiti massimi di inquinamento e impatto ambientale stabiliti per legge.
Oltre a ciò, il comitato ricorda le ragioni per cui è contrario alla costruzione di centrali biogas e biomasse: per alimentarle sono necessarie delle colture dedicate nella misura di circa 300 ettari di terreno, ad esempio mais. Le coltivazioni, la cui unica cosa che conta è la resa, verrebbero letteralmente inondate di pesticidi che finirebbero nelle falde acquifere e quindi con ripercussioni più che evidenti anche sull’uomo. Anche la stessa combustione del biogas è fonte di emissioni tossiche oltre ad avere un potere calorifico di poco più della metà del metano, rendendolo quindi poco conveniente. (di Daniele Mancin)
