Nettuno – Il razzismo strisciante e la mala educazione

Un episodio davvero da dimenticare ha visto protagonista la scorsa settimana una ragazza di Nettuno che ha origini africane, il colore della pelle più scuro di quello locale e un nome (che non faremo) italianissimo. Questa ragazza, 25 anni, studentessa universitaria fa parte di una famiglia mista, metà italiana e metà no. Mentre si era fermata all’Autogrill di Santa Barbara è stata apostrofata con una frase volgare e razzista da due minorenni che, coraggiosissimi, poi si sono allontanati di corsa su una minicar di colore chiaro su cui stavano ascoltando musica a tutto volume. L’episodio lo ha raccontato lei stessa in prima persona su Facebook invitando le famiglie di questi ragazzi ad educare i figli al rispetto e alla tolleranza. In effetti educarli e basta sarebbe stato già un buon punto di partenza. Abbiamo voluto fare due chiacchiere con lei, tutelando la sua privacy e la sua identità nella convinzione che l’episodio avrebbe potuto riguardare chiunque con una tonalità di pelle più scura e che non sia la personalizzazione a fare la differenza.

Da quanto tempo vivi a Nettuno – le abbiamo chiesto – e come ti trovi?

Vivo qui dal 2004 – ci risponde – e ho avuto modo di conoscere tantissime persone tutte carine che non hanno nessun problema con il colore della mia pelle, eppure di recente il clima qui come altrove si è inasprito. Quando questi due ragazzini mi hanno urlato contro non ho neanche capto subito che ce l’avevano con me, ma viste le parole che hanno usato e che ero l’unica persona “scura” alla fine è stato evidente. Non gli ho risposto, non credo sarebbe servito. Il colore della mia pelle se è davvero un problema di certo non è il mio. Anche chi era vicino a me non ha reagito, come se persone così possano davvero essere loro la normalità.

Sui social sono arrivati tantissimi messaggi di solidarietà, ad Anzio e Nettuno evidentemente ci sono delle persone razziste ma sembra che siano la minoranza.

Sicuramente – risponde – ma anche sui social ci sono persone che istigano continuamente all’odio raziale, alla paura del diverso. Io studio Comunicazione e vedo che spesso anche la stampa è superficiale su questo argomento. Sembra che si vogliano far esplodere le tensioni sociali per nascondere altri problemi, più veri e seri. Io ho voluto raccontare cosa mi era successo per tanti motivi e il primo è che non voglio che passi un messaggio di razzismo al contrario. Non ce l’ho con i ragazzini privilegiati con le macchinette e poca cultura, ce l’ho con quelle famiglie che scrivono cose razziste sui social e poi dicono: “Non è razzismo, ma qui non possono venire tutti, non c’è lavoro…”. Sono persone che poi a casa insegnano ai figli ad usare le parole che sono state rivolte anche a me. Sono persone che si troveranno male nella vita e che tra dieci anni, con i flussi migratori in corso, si troveranno tante persone del mio colore intorno con cui dover fare i conti. Questo ci dice la storia adesso. Il mondo è destinato a contaminarsi, unirsi, e a diventare sempre più multietnico. I ragazzi, le persone tutte vanno educate alla tolleranza, al rispetto, all’educazione alla diversità. Vale per tutto.

 

Questa 25enne “colorata”, dobbiamo dirlo è una ragazza giovane, intelligente, preparata, che ad Anzio e Nettuno vive e lavora (precaria come molti) una persona educata decisamente meglio dei due minorenni che l’hanno insultata. Ha dovuto scoprire sulla sua pelle che a Nettuno in razzismo ancora esiste, contro la storia, contro il buon senso, persino contro la legge (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, recita la Costituzione italiana per quelli a cui il concetto ancora sfugge) e lo ha fatto scoprire anche a noi che vogliamo dirlo, vorremmo che ad Anzio e Nettuno ci fossero più persone come questa ragazza e per niente come i due ragazzini maleducati e razzisti. Vorremmo che ci fossero persone che anche davanti a uomini e donne con la pelle scurissima e senza i tanti pregi di questa 25enne, si comportassero con il rispetto e l’educazione dovuto a tutti in una società civile in cui non ci può essere spazio per l’aggressione e l’insulto e in cui il razzismo sia debellato come una brutta malattia che tutti si devono impegnare a combattere.