Oggi, 8 marzo, si festeggia la festa delle donne, o più correttamente, la Giornata internazionale della donna, in cui le donne ricevono mimose, cioccolatini e bigliettini ed escono a cena fuori in ghingheri, ma poche sono le persone che conoscono veramente la storia di questa festività. Questa giornata deve servire, però, soprattutto per far memoria di tutte le donne che hanno lottato con forza e tenacia per ottenere diritti sociali e politici che ancora oggi purtroppo non abbiamo completamente; per pensare a tutte le donne vittime di violenza e discriminazione a cui ancora sono soggette. Grazie alle loro lotte, al loro impegno e al loro sacrificio, oggi sono stati ottenuti molti diritti e bisogna pensare che senza la loro grinta nelle loro proteste, le donne oggi, forse, potrebbero ancora avere diritto al voto o fare alcuni mestieri perché ritenute il sesso debole aggettivo crudelmente ancora utilizzato da molte persone.
Ci sono diverse versioni che spiegano il suo significato di questa ricorrenza. La più nota è quella che racconta di centoventinove (circa) operarie della Cotton, un’industria tessile di New York, che iniziarono a scioperare contro le condizioni lavorative. La protesta durò appunto fino all’8 marzo, in cui il proprietario della fabbrica le rinchiuse in essa. Poco dopo divampò un incendio in cui persero la vita. Da allora, l’8 marzo è diventata la giornata ufficiale delle donne, dedicata al riconoscimento delle lotte che sono state portate avanti dalle donne e alle loro conquiste sul piano dei diritti, dell’economia e della politica contro le discriminazioni e le violenze di cui, ancora oggi, sono vittime in molte parti del mondo. Conosciutissima è ormai l’usanza di regalare delle mimose, anche in questo caso svariate sono le versioni che spiegano tale usanza, c’è chi racconta che accanto alla fabbrica c’era un albero della mimose, chi invece dice che sia stato scelto questo tipo di fiore perché l’albero delle mimose è una delle poche piante a essere fiorita all’inizio di marzo.
E proprio in questa giornata due vigilesse a Nettuno mentre svolgevano onorevolmente il loro lavoro, hanno rischiato di restare intossicate dal fumo di una macchina data in fiamme in pieno centro a Nettuno. Questo per dire che molte donne in tutto il mondo ritenute “inferiori” svolgono lavori pericolosi quanto gli uomini rischiando ogni giorno la loro vita. Questo per sottolineare ancora di più la parità dei sessi, che tutt’ora non è riconosciuta. Auguri a tutte le donne.
di Giulia Matarazzo e Alessia Protani, stagiste Istituto Colonna – Gatti