È morto il 23 dicembre all’ospedale di Udine, dove era ricoverato dagli inizi di dicembre a causa di una caduta dalle scale, il generale Sante Ciccarello, ex ufficiale della Brigata alpina Julia che è stato anche alla guida del Centro informazioni e difesa elettronica di Anzio. L’uomo si è spento a 77 anni, attorniato dall’affetto della moglie Vittorina e dei figli Franco e Claudio. Sono in molti a piangerlo anche nell’ambiente militare e civile, dove si era fatto conoscere e apprezzare. «Mio padre – racconta il figlio Franco – era una persona estremamente gioviale e comunicativa, nonostante l’aspetto da burbero. Era molto empatico e riusciva a fare amicizia velocemente con tutti». Messinese d’origine, si era subito affezionato al Friuli. A Gemona, negli anni del terremoto, aveva comandato il Reparto logistico della Julia fin dalla sua costituzione, nella caserma Goi Pantanali, distrutta dal sisma che costò la vita anche a undici alpini. In quell’occasione, con i gradi di capitano, aveva ricevuto un encomio solenne dalla presidenza della Repubblica per l’opera prestata a favore dei gemonesi e il Reparto al suo comando insignito della medaglia d’argento. Nel settembre 1980 era diventato comandante del Gruppo artiglieria da montagna Belluno a Pontebba che aveva guidato per tre anni conquistandosi la stima e l’amicizia dei pontebbani e lasciando un forte ricordo di sé. Lasciato temporaneamente il Friuli e trasferitosi a Roma, aveva prestato servizio per alcuni anni allo Stato Maggiore dell’Esercito nel II Reparto per poi assumere un ruolo di comando al Centro informazioni e difesa elettronica di Anzio.
Nel 1989 il primo prestigioso incarico internazionale: dirigente al Supremo comando alleato della Nato a Mons, in Belgio, dove si era fermato per tre anni. Nel 1992 era quindi arrivata la nomina a comandante dell’Artiglieria regione militare meridionale. Ancora, nel 1994, in relazione alle precedenti esperienze in ambito internazionale, era stato proposto dal governo, assumendo lo status diplomatico, come capo della delegazione italiana nella missione di osservatori dell’Unione Europea nella guerra dei Balcani. Nel 2000 Sante Ciccarello si era quindi ritirato a vita privata, continuando però a mantenere una fitta rete di relazioni internazionali dividendosi tra il suo amato Friuli e i viaggi all’estero.