Si terrà il prossimo 12 dicembre, con inizio alle 9,30 a Villa Sarsina ad Anzio la 3° Assemblea Nazionale CEPI-UCI. Le piccole imprese ai tempi del jobs act e il ritorno dell’Italia dei comuni. Il quadro generale macro e micro economico del nostro Paese negli ultimi vent’anni e profondamente mutato. Il rapporto dei lavoratori e delle imprese con le istituzioni e con i centri urbani potrebbe subire un profondo stravolgimento.
“La Globalizzazione dell’economia – si legge nella nota di presentazione dell’evento – le modifiche alle regole che avevano normato i rapporti di lavoro per decenni, la diversa percezione della sicurezza e del futuro potrebbero portare ad un’inversione di tendenza nel rapporto periferia centro che caratterizza gli stati moderni. La storia, la cultura e il tessuto economico dell’Italia ha comunque sempre frenato la forza centripeda delle grandi metropoli.
Per questo Cepi ha deciso di svolgere la sua assemblea nazionale in uno dei più interessanti piccoli centri del nostro Paese Anzio. Crediamo che il futuro della nostra economia sia legato allo sviluppo dei suoi campanili. Anzio grazie alla sua felice posizione sul Mediterraneo può divenire anche grazie al porto che si appresta a costruire uno dei punti di riferimento per la crescita del Paese attraverso lo sviluppo delle sue mille città non metropolitane. Anche il discorso sul Casinò che su riapre contribuisce a definire questo quadro. Ci troviamo di fronte a due vie possibili una è quella dell’allargamento a dismisura delle aere delle grandi metropoli, per cui ci troviamo ad avere i confini dell’area metropolitana di Roma che lambiscono l’Abruzzo, l’altra è quella di valorizzare le identità e oi punti di forza dei piccoli e medi centri urbani e produttivi in un sistema integrato. I cambiamenti avvenuti in Italia negli ultimi decenni hanno portato le PMI da una centralità produttiva ad una marginalità socio-economica, questo è dovuto in parte alla globalizzazione e alle delocalizzazioni con i loro riflessi economico sociali e al mutamento del sistema produttivo. Insieme dobbiamo trovare una strada che ci permetta di uscirne. Solo un patto tra produttori e una rete che metta in relazione i centri medio grandi potrà farci riprendere la strada giusta. Per il momento l’incremento demografico non si è sempre tradotto in una crescita economica equivalente questo deve essere l’obiettivo”.