Intensa giornata di cerimonie in occasione della commemorazione dei defunti sul territorio di Anzio e Nettuno. In quest’ultimo si è iniziato dal campo della memoria di via Rocca Priora dopo per la prima volta dal 2005 era presente una delegazione del comune di Nettuno con sub-commissario prefettizio Lucia Guerrieri. Presente anche la polizia municipale e, come negli anni scorsi, le autorità militari del territorio e il comune di Anzio, quest’anno rappresentato dal vice sindaco Giorgio Zucchini.
La cerimonia, iniziata alle ore 10, è stata l’unica in cui i presenti si sono pronunciati in un discorso. Filo conduttore il pensiero di onorare i caduti al di là del colore politico. Il primo a prendere la parola è stato il presidente dell’Associazione Campo della Memoria, Alberto Indri: “Qui sono morti durante la Guerra 1500 italiani e siamo qui per ricordarli – ha detto – c’è bisogno di iniziare un’opera di pacificazione e dire basta a questo astio. Noi siamo qui ogni anno per ricordare questi ragazzi caduti e siamo contenti che quest’anno sia presente anche il comune di Nettuno a ricordare questi caduti come giusto che sia”.
Dopo Alberto Indri a parlare è stato il vicesindaco di Anzio Giorgio Zucchini: “Sono sempre emozionato quando vengo qui – ha detto – Non commemoriamo una ideologia, ma degli uomini caduti combattendo per un’ideale. Non possiamo giudicarli, perché non siamo vissuti in quell’epoca dove c’era un’Italia divisa ed alcuni facevano credere che gli Americani fossero gli invasori e non era semplice capire da che parte fosse giusto schierarsi. E’ bene che oggi ci sia qui una rappresentanza del comune di Nettuno seppur a-politica. Che le amministrazioni future guardino a questi ragazzi e non ai colori politici. Come è giusto commemorare i caduti americani come facciamo ogni anno è giusto commemorare i giovani che sono morti e riposano qui”.
Una battuta l’ha concessa anche il sub-commissario prefettizio Lucia Guerrieri: “E’ nostra intenzione commemorare con la nostra presenza i morti senza pensare a delle posizioni politiche”.
A concludere anche l’intervento del reduce della battaglia di El Alamein, il 92enne Santo Pelliccia: “Sono commosso nel vedere tante autorità – ha detto – si inizia a mettere la parola fine all’odio e alle contraddizioni. Onoriamo la memoria di ha combattuto in nome di un ideale condivisibile o no. Io sono un combattente e non posso che onorare chiunque sia caduto combattendo. All’epoca era tutto diviso e si combatteva credendo di essere dalla parte giusta. Non era in errore chi combattette per un ideale, ma è in errore chi oggi predica la pace e semina l’odio”.
La cerimonia si è chiusa con la preghiera del marinaio, prima che la carovana si spostasse al cimitero civile di Nettuno, al cimitero americano, al monumento dei caduti di Nettuno e a quello di Anzio per la conclusione delle commemorazioni.
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