L’associazione Alzaia e le volontarie del Centro Luciana sono da tempo impegnate sul territorio di Anzio e Nettuno, per dare una risposta ad un problema ogni giorno più serio: la violenza di genere che colpisce le donne spesso per mano dei propri familiari più stretti. La prima cosa da ricordare a tutte le donne che hanno bisogno di aiuto è che esiste un numero rosa, loro dedicato: il 1522. E’ un numero attivo 24 ore su 24 a cui i volontari sono pronti a rispondere in varie lingue per venire incontro elle esigenze anche di cittadine non italiane. Chi ascolta smista le telefonate alle associazioni sparse sul territorio nazionale, a nettuno rispondono le volontarie di Alzaia. L’attività locale è attiva da oltre 5 anni, altrimenti non sarebbe potuta entrare nel circuito del numero rosa, che fa riferimento solo ad associazioni che hanno comprovato la propria capacità organizzativa e la propria affidabilità. L’associazione Alzaia, lo ricordiamo, ha fondato e sostenuto il centro Luciana con i fondi del centro volontariato e della Regione Lazio. Il centro si trova in via San Giacomo 97 a Nettuno ed è aperto il lunedì dalle 9 alle 13 e il martedì dalle 15 alle 18. Le donne che hanno bisogno di aiuto possono lasciare messaggi tutti i giorni, sulla segreteria telefonica e, su richiesta, vengono richiamate. Nell’ultimo progetto regionale è stata avviata una collaborazione con l’ospedale di Anzio e Nettuno che ha visto la presenza delle volontarie nelle sale del Pronto soccorso per sensibilizzare il personale sul trattamento all’arrivo di eventuali vittime di violenza di genere. Inoltre c’è ora allo studio un progetto per rispondere a delle situazioni di emergenza. “In un anno e 10 mesi – raccontano le volontarie – abbiamo accolto è indirizzato 50 donne del territorio, vittime di violenza a vario titolo (violenza sessuale, economica, psicologica, materiale) tra servizi sociali, consultorio e affidamento a case protette nei casi più estremi in cui si temeva per la vita delle donne che ci hanno chiamato. Si cerca di capire, dai primi contatti, quali siano le esigenze della donna maltrattata. Spesso ci troviamo anche di fronte chi non vuole uscire dal nucleo familiare. Chi chiede consulenza legale o psicologica ma anche chi chiede protezione. Il lavoro di ascolto e comprensione è la prima cosa”. Alla guida dell’associazione c’è Maria Failla, mentre Maria Rita Rendo (nella foto) è la referente del gruppo di operatrici volontarie del centro. Si tratta di quattro volontarie, due psicologhe è un avvocato che offre consulenze legali, a tutte auguriamo buon lavoro.