Home Notizie Anzio Bando balneari di Anzio, il comune spende 140mila euro per l’avvocato

Bando balneari di Anzio, il comune spende 140mila euro per l’avvocato

FASE 3, APERTURA SPIAGGE. SPIAGGIA PRIVATA, LIDO SABBIADORO, LOCALITA' CAPITOLO DI MONOPOLI. DISTANZIAMENTO OMBRELLONI LETTINI

Il Comune di Anzio guarda al futuro delle spiagge e, con la fine delle proroghe, il prossimo bando rispetterà le linee della direttiva europea Bolkenstein. Così l’ente commissariato è uno dei pochi sul litorale laziale ad aver già definito i criteri per la gara delle concessioni balneari. La spesa è di 140mila euro, il costo del servizio dell’avvocato che ha stilato i requisiti per partecipare al prossimo bando per le concessioni balneari.
Il Comune, rispettando la direttiva europea approvata nel 2009 e prorogata “per legge” fino al dicembre 2023, ha deciso di predisporre l’iter procedimentale per una “procedura di assegnazione competitiva”, mediante una gara ad evidenza pubblica per gli stessi concessionari che avevano avuto proroghe “di legge”, dando incarico al Dirigente comunale di predisporre il procedimento e la documentazione richiesta.
Ma perché è stato pagato un avvocato esterno? Perché vista la “laboriosità dell’istruttoria” per “la valorizzazione delle concessioni che hanno usufruito delle proroghe” – come si legge nella determina – e vista la grande mole di lavoro dei dipendenti comunali, il comune ha optato per affidare l’incarico ad un professionista legale esperto di concessioni demaniali marittime, rinomato nel basso Lazio si è costruito un rispettabilissimo ‘palmares’ vincendo le cause degli stabilimenti balneari contro il Comune di Gaeta.
L’”affidamento del contratto diretto – è avvenuto – previo interpello di più operatori forniti di esperienze pregresse, senza gara, perché il valore è al di sotto della soglia di Euro 140.000,00”. La stessa somma data al professionista esterno al Comune.
Ma, di certo, non è ammissibile che in un Ente commissariato per infiltrazioni, dal 2022, per l’affidamento di gare ad evidenza pubblica o per affidamento diretto agli stessi concessionari balneari uscenti, un Dirigente debba affidare un incarico con un costo così elevato ad un professionista esterno, per un compenso che rientra nei tariffari minimi che sono identici al valore di mercato e di concorrenza di un litorale di una lunghezza di circa 12 km.
Lo studio legale, infatti, nell’arco di un anno incasserà “un importo di € 110.340,48 (+ CPA pari al 4% ammontante ad € 4.413,62, ed IVA come per legge pari al 22% ed ammontante ad € 25.245,90) , per un totale complessivo di € 140.000,00, attesa l’adeguatezza dell’offerta rispetto alle finalità̀ perseguite ed alla luce del documentato possesso da parte dell’operatore economico individuato delle esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni” che consistono in “analisi e istruttoria dei provvedimenti già assunti dall’Ente; studio preliminare sul complesso delle concessioni demaniali marittime del Comune di Anzio; supporto alla stazione appaltante per la predisposizione e formazione di tutte le procedure amministrative necessarie per l’assegnazione delle future concessioni; assistenza giuridico-amministrativa per gestione:  disponibilità̀ ad essere presente presso gli uffici del Comune di Anzio almeno una volta a settimana salvo la presenza più assidua in caso di necessità, ferma restando la reperibilità̀ telefonica costante;  disponibilità̀ a presenziare ad incontri interni ed esterni, anche da remoto attraverso supporti informatici digitali”.
Il procedimento rientra nei termini di legge ovviamente, ma viene da chiedersi se, in un comune sciolto per infiltrazione mafiosa quindi gestito da tre commissari prefettizi chiamati all’ordinaria amministrazione, sia il momento adatto per affrontare una spesa tanto esosa o decisioni ‘straordinarie’ come il disegno e l’affidamento delle future concessioni balneari debbano spettare a rappresenti politici nell’interesse della collettività.