Questa sera alle 18 il Presidio organizzato per evitare tagli all’Ospedale di Anzio si è riunito per fare un bilancio dei 43 giorni trascorsi davanti alla struttura sanitaria e fare il punto dei risultati raggiunti. Il primo a prendere la parola è stato Pieluigi Campomizzi. “E’ stata un’esperienza bellissima, che ci ha permesso di salvare questo ospedale – ha detto – voglio ringraziare chi ha partecipato e i cittadini che ci sono stati vicini”. Poi è stata la volta di Fabiana Romano: “E’ stata un’esperienza dura e di grande impegno parlare con chi ha tanti problemi non è da poco. Gli impegni della Asl stanno prendendo sostanza abbiamo visto persone trasferite perché mancava la Tac. A ottobre speriamo arrivi quella nuova altrimenti valuteremo soluzione alternative andremo oltre”. Vito Presicce ha ringraziato i “giovani che ci hanno sostenuto ho riscoperto il gusto di fare politica dalla base. Mi resta il cruccio del pronto soccorso. Si lavora in condizioni disagiate. Ci deve essere un reparto osservazione. Vorremmo spostarlo al piano terra del Faina – ha concluso – ma faremo un passo per volta perché non si può chiedere tutto insieme”. Quindi ha preso la parola Linda Zaratti. “Abbiamo iniziato questa avventura 43 giorni fa e mi ha segnato tanto. Abbiamo visto scene a Ferragosto e non solo da far stringere il cuore, abbiamo visto persone in barella sotto il sole in attesa di essere trasferite a Velletri e di un’ambulanza che tardava, persone che nessuno riusciva ad aiutare come avrebbe dovuto. Bello il rapporto con il personale che cerca tutele e sostegni, questa esperienza per me è stato l’inizio di una collaborazione profonda. Speriamo che a ottobre arrivi la Tac – ha concluso – non ci sembra realistico ma ci speriamo. Tutti sanno chi siamo ma è stata una battaglia senza bandiere”. Ernesto Cassandra ha ringraziato i cittadini che hanno supportato il presidio “anche con un caffè. Senza di noi tagli più seri. Aspetteremo la Tac – ha concluso – e mi auguro che i comuni di Anzio e Nettuno facciano più attenzione all’ospedale e al suo futuro”. Infine a prendere la parola è stato Mario Eufemi. “Abbiamo passato ad Anzio 42 giorni caldo e temporali. Oggi ci sono due gazebo, in origine era uno solo, ma una bufera lo ha distrutto e abbiamo dovuto rimpiazzarlo. Abbiamo passato qui ferie e tempo libero, sottraendolo alle nostre famiglie. C’è chi ci ha chiesto se lo facciamo per interesse personale? Rispondo di si. Dell’ospedale hanno bisogno tutti. Si è creato un rapporto splendido con il personale che lavora sotto organico e in condizioni disagiate e l’estate la situazione peggiora. Gli infermieri ci hanno sostenuto e noi lo abbiamo fatto con loro. C’è chi ha mollato ognuno risponde alla sua coscienza (il riferimento è agli esponenti di Città futuro e a Fratelli d’Italia). Oggi hanno riaperto i reparti interni di chirurgia e otorino, e anche al riabilitazione a Villa Albani. Terremo d’occhio la questione Tac, la questione Croce rossa che potrebbe fornire un sostegno e i rinforzi promessi per il pronto soccorso. In questo periodo qui c’è stata una lunga passerella politica, citiamo chi ha incarichi politici. Storace si è interessato della questione online, Righini e Di Lillo sono venuti sul posto. Io avrei detto grazie se si fossero presentati con un caffè ma sono politici strapagati, facessero qualcosa per l’ospedale di Anzio, questo è il loro dovere. Lo striscione che abbiamo affisso e recita Alcuni italiani non si arrendono è stato il nostro colpo di reni per andare avanti fino ad oggi ed ottenere qualcosa per l’ospedale. Abbiamo mantenuto la promessa”. Infine sono state 7484 le firme raccolte e consegnate, e il Presidio conclude unito: “Senza di noi il rischio era che l’ospedale venisse svuotato e chiuso, resteremo sempre con il dubbio che fosse proprio questo il piano della Asl”.