Bocciatura senza appello per le acque del Lazio vicino alle foci dei fiumi: “fuorilegge” il 75% dei prelievi effettuati da Goletta Verde di Legambiente. Sui 24 campionamenti effettuati lungo i 329 chilometri del litorale laziale, ben 18 presentano un’altissima concentrazione di inquinamento microbiologico. Le acque analizzate dal laboratorio mobile di Legambiente hanno evidenziato la presenza di scarichi non depurati adeguatamente con presenze di valori di escherichia coli e enterococchi intestinali ben al di sopra dei valori consentiti dalla normativa vigente, in particolare per i prelievi effettuati in prossimità di foci di fiumi, torrenti e canali.
Per 13 dei 18 punti critici riscontrati, spiega una nota di Legambiente, il giudizio è addirittura di ‘fortemente inquinato’. Insomma, “non solo non è stato fatto alcun passo avanti rispetto allo scorso anno, ma la situazione, se possibile, è addirittura peggiorata” spiegano. Se ne è accorta anche l’Unione europea che ha nuovamente avviato a fine marzo di quest’anno una procedura di infrazione ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane – dopo già due condanne a carico del nostro Paese – che coinvolge anche sei agglomerati urbani laziali: quello di Roma (con 2 milioni e 768mila abitanti equivalenti); di Anagni (20.267), di Fontana Liri – Arce (9mila), di Monte San Giovanni Campano (9.100), Orte (7.500) e Piglio (4.800).
La situazione più critica è lungo il litorale romano. Se poco meno di un mese fa diverse località avevano conquistato le “vele blu” assegnate da Legambiente e Touring club italiano, ora sotto accusa sono le zone vicino ai corsi d’acqua. I dieci punti più inquinati sono infatti Santa Marinella (alla foce del canale sul Lungomare Pirgy in località Santa Severa), Marina di Cerveteri (alla foce del fosso Zambra), Ladispoli (foce Rio Vaccina), Fiumicino (foce Canale dei Pescatori), Roma-Ostia (foce del fiume Tevere), in due punti a Torvajanica (alla foce canale altezza via Filadelfia e alla foce canale all’altezza di via Siviglia) e ad Ardea (foce del fosso Grande). Rispetto allo scorso anno i tecnici hanno analizzato anche due nuovi punti, anche questi giudicati “fortemente inquinati”: ad Anzio (Lido dei Gigli alla foce del fosso Cavallo Morto – Lungomare delle Sterlizie) e a Nettuno (nella affollatissima spiaggia a destra della foce del fosso Loricina). Giudicati “inquinati” invece gli altri due punti di prelievo effettuati a Roma-Ostia (Foce canale spiaggia presso cancello n.1) e a Ladispoli (foce fiume Statua). Unico punto risultato con valori di inquinanti nella norma, nella provincia di Roma, è stato quello alla spiaggia a sinistra della foce del Rio Torto a Pomezia. A Viterbo è fortemente inquinata la foce del fiume Marta in località Lido di Tarquinia. Anche in provincia di Latina sui 9 campioni prelevati dai tecnici di Goletta Verde ben 5 sono risultati con una carica batterica elevata: a San Felice a Circeo e a Gaeta sono stati effettuati due prelievi e in entrambi i casi è risultata fortemente inquinata l’acqua prelevata alla foce di due torrenti mentre nella norma quella prelevata nelle spiagge limitrofe. “Inquinate”, inoltre, le acque prelevate nella spiaggia di Gianola a Formia (spiaggia presso Rio Santacroce) e a Marina di Minturno (alla foce del fiume Garigliano). Entro i limiti di legge, infine, Terracina (foce del canale Sisto, in località San Vito) e Fondi (foce canale Sant’Anastasia).
Legambiente chiede quindi che Regione e amministrazioni comunali si attivino immediatamente per risolvere questo grave deficit depurativo e non compromettere ulteriormente la stagione estiva che è appena iniziata.