La ricercatrice del progetto Europeo SeaPaCS – Cittadini-Scienziati contro la Plastica in Mare Chiara Certomà (Università di Torino, Dip. ESOMAS) e la troupe di Raw-News composta da Federico Fornaro e Giuseppe Lupinacci sono partiti nella notte tra l’11 e il 12 luglio a bordo del peschereccio Paola Madre dal porto di Anzio per intervistare i pescatori in mare.
La Paola Madre, peschereccio di 25m di proprietà di Angelo Grillo, aveva un equipaggio composto, oltre al già citato comandande Grillo, anche due marinai di origine egiziana. Sono state effettuate nel corso della notte tre pescate con pesca a strascico portandosi in un’area compresa tra le 3 e le 20 miglia dalla costa. Ogni pesca a strascico viene effettuata per circa 10 miglia, per una durata di tre o quattro ore ciascuna. A ogni calata è stato possibile documentare la presenza di molta plastica, specialmente in stato frammentario, di contenitori e pellicole, nonostante si sia nel periodo estivo in cui si registri la mancanza di apporto di spazzatura in mare da parte dei torrenti e dei fiumi, infatti i pescatori segnalavano che durante il periodo invernale, complici le maggiori piogge e le correnti più intense, la spazzatura che viene catturata dalle reti da pesca è circa il 70% superiore rispetto a quella recuperata adesso. Vale la pena sottolineare che l’uscita è stata fatta in una zona molto battuta dalla pesca a strascico che, proprio per la sua caratteristica, ha la proprietà di “portare via tutto”, quindi anche le macroplastiche, dall’area. Durante le attività di pesca, la ricercatrice di SeaPaCS ha intervistato il comandante del peschereccio Angelo Grillo e i membri dell’equipaggio che hanno ribadito come la presenza di plastica e/o spazzatura in generale è significativa e riescono a portare a terra ogni due giorni almeno un sacco grande di rifiuti. I pescatori confermano come la tipologia di rifiuti maggiormente pescata è costituita dalle bottiglie di plastica, ma tutta la spazzatura che viene recuperata e portata a terra deve essere per forza conferita alla raccolta indifferenziata proprio per la mancanza di un’isola ecologica ad Anzio nella quale conferire i rifiuti trovati in mare divisi per tipologia. Inoltre, i pescatori segnalavano come la presenza di cime abbandonate può causare problemi alla navigazione, potendosi intrecciare all’elica dell’imbarcazione, mentre pellicole di plastica possono ostruire le condutture di raffreddamento del motore portando al surriscaldamento dello stesso. Tali danni talvolta sono quantificabili in migliaia di euro, pertanto la plastica, fanno notare i pescatori, si rivela essere non solo un danno ambientale, ma anche economico.
In generale, i pescatori hanno ribadito che sono contenti di recuperare la plastica per contribuire a mantenere puliti i nostri mari, ma fanno anche notare che non solo la presenza di un sistema di conferimento nel porto aiuterebbe, ma anche dei piccoli incentivi potrebbero far aumentare la partecipazione alla raccolta dei rifiuti in mare.
Il materiale documentario prodotto dall’equipe di Raw-News sarà disponibile nei prossimi mesi, alleghiamo un’anteprima di qualche foto scattata durante il lavoro a bordo.