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I medici di famiglia di Anzio e Nettuno: “Noi in prima linea contro il Covid”

“La situazione dei contagi sul nostro territorio è purtroppo in crescita – si scrive in un comunicato della Federazione Medici di Medicina Generale Anzio Nettuno (Fmmg) –  I medici di medicina generale sono a disposizione dei loro pazienti almeno 20 ore al giorno 7 giorni su 7 negli orari di ambulatorio, al telefono, sui sistemi di messaggistica whatsApp, sms, mail e quant’altro , sacrificando da due anni la loro vita privata , mettendo sotto pressione il loro stato psico-fisico , sobillati da procedure e burocrazia che cambia ogni giorno con lo stesso fine: quello di lasciare al medico di famiglia la gestione dei pazienti affetti da covid se non ospedalizzati. Tutto questo nel silenzio più completo sia dei media che delle istituzioni. Adempiere al dovere di medico sul territorio ed essere osservante con procedure , leggi , circolari regionali e governative, è compito solo del medico di famiglia, il quale non è stato mai interpellato da comitati , task force o quant’altro messo in campo sul territorio per fronteggiare la pandemia, pur essendo gli unici ad avere il polso della situazione . Gli ambulatori di medicina generale sono rimasti sempre aperti , al contrario di quelli degli specialisti che hanno interrotto la loro attività con notevoli disagi per i pazienti determinando una drastica riduzione delle prestazioni per tutte le patologie croniche, comprese quelle oncologiche. Negli ambulatori dei medici di famiglia si effettuano tuttora tamponi antigenici, forniti dalla ASL. I tamponi vengono effettuati gratuitamente a tutti , indipendentemente dalle loro condizioni socio economiche . Inoltre, i medici di medicina generale, da marzo 2021 effettuano vaccinazioni anticovid e da sempre le vaccinazioni antinfluenzali ai propri assistiti. Continuiamo a raccomandare il rispetto di tutte le norme di protezione che oramai dovrebbero essere ben conosciute da tutti. Tenendo fede all’etica della nostra professione continueremo ad assistere i nostri pazienti in silenzio, sperando che altre figure professionali facciano altrettanto”.